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Il Consiglio approva la cessione del ramo d’impresa Atam ad Lfi

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Il Consiglio approva la cessione del ramo d’impresa Atam ad Lfi

AREZZO – Il ricordo del maresciallo Daniele Paladini
In apertura di seduta il Consiglio Comunale ha ricordato la figura del maresciallo del genio pontieri Daniele Paladini morto recentemente in Afghanistan a seguito di un attentato kamikaze mentre si spendeva nel salvataggio di alcuni bambini durante la cerimonia di inaugurazione di una struttura civile realizzata dai militari italiani. Sono rimasti vittime dell’attentato anche quattro piccoli afgani che “avevano il diritto – come ha detto il Presidente Giuseppe Caroti – di fare volare i loro aquiloni”. Il Consiglio Comunale ha voluto manifestare il proprio cordoglio nei confronti di tutti i morti dell’atto terroristico osservando altresì un minuto di silenzio.

Le interrogazioni

Una interrogazione urgente presentata dal consigliere Guglielmo Borri (Udc) ha interessato il centro sociale ricreativo di Quarata recentemente inaugurato, “in considerazione dell’importanza che il mondo dell’associazionismo e del volontariato rivestono in Italia, ruolo che potrebbe essere meglio garantito dall’applicazione del principio di sussidiarietà”. Tra le domande sollevate da Borri con la sua interrogazione: qual è il tipo di partecipazione dell’amministrazione comunale nella struttura, quale è stato il procedimento amministrativo adottato per la realizzazione del centro sociale, la spesa complessiva e se questa è stata effettuata direttamente dal Comune o se soggetti terzi vi hanno contribuito. In questo ultimo caso, Borri ha chiesto poi quali criteri hanno disciplinato la selezione dei soggetti terzi stessi e se tra le intenzioni dell’amministrazione ci sia anche la stipula di convenzioni per la gestione del centro o se queste convenzioni siano già esistenti o in corso di definizione.

Il Consiglio approva la variazione al Piano Triennale delle Opere Pubbliche

L’assessore ai lavori pubblici Franco Dringoli ha illustrato all’aula consiliare le opere che comportano la variazione al Piano Triennale delle Opere Pubbliche, “intereventi urgenti per i quali intendiamo far partire i lavori al più presto”: la rotatoria di Patrignone, l’intervento più rilevante per 400.000 euro; nella zona del Bagnoro una nuova fognatura che metterà in sicurezza, tra l’altro, anche la Pieve di Santa Eugenia; la sistemazione idraulica del torrente Frassina a Cà de Ciò; una viabilità parallela lungo la ferrovia casentinese nel tratto tra Sitorni e la strada provinciale della Libbia; la sistemazione della ex Pretura per il Centro Famiglia; la sostituzione dei tratti bloccati delle scale mobili.
Il consigliere comunale Francesco Francini (Udc) ha chiesto la votazione separata dei singoli punti e non la delibera nel suo complesso per garantire maggiore trasparenza e chiarezza al dibattito visto che sono opere per le quali l’amministrazione ha previsto criteri diversi per la loro realizzazione. In questa richiesta è stato supportato dai colleghi di opposizione Giorgetti, Cantaloni e Barbagli i quali hanno rilevato che se la maggioranza negasse tale procedura, avremmo un vero e proprio “atteggiamento ostruzionistico contrario alla correttezza istituzionale”.
Il Presidente Giuseppe Caroti, sentito il Segretario Generale, ha rilevato l’impossibilità a termini di regolamento di procedere alla votazione separata ricordando che medesima questione era stata sollevata in un precedente Consiglio e risolta già all’epoca in questo senso.
La delibera è stata approvata con 23 voti favorevoli e 15 contrari.

Il dibattito sull’Atam

Il Consiglio approva la cessione del ramo d’impresa Atam ad Lfi

Luca Stella (An). Si è soffermato sulla perizia. “L’azienda è stata stimata 100 milioni di euro. Non si tratta, quindi, di soli 3 milioni come affermato. Chiedo che ci sia molta attenzione a questo aspetto per tenere di conto il reale valore dell’Atam e quindi dell’operazione di cessione”. Ha poi chiesto molta attenzione ai patti parasociali per avere adeguate garanzie ed ha chiesto che ci sia una nuova valutazione dell’azienda per evitare eventuali danni erariali all’Amministrazione e quindi un nuovo passaggio in Commissione consiliare.

Giuseppe Matteucci (Fi) ha evidenziato che su questa delibera non è stato acquisito il parere delle circoscrizioni. “Molte aziende di trasporto pubblico riescono ad essere operative con azioni di sostegno da parte degli enti locali e delle proprietà”. Per l’Atam ha quindi chiesto l’allungamento delle corsie preferenziali, il potenziamento dell’officina, la riorganizzazione dei parcheggi. “L’elemento di maggiore preoccupazione è rappresentato dai 118 dipendenti dell’Atam che sono un punto di riferimento anche sociale. Per loro non ci sono garanzie né normative né salariali: per loro si parla di una diminuzione di 150 euro al mese di stipendio”. Secondo Matteucci verranno sicuramente tagliate linee di scarsa remunerazione, come quelle per le periferie e le frazioni. Ci sarà anche un aumento del costo del biglietto. “Quella in atto è una grande operazione politica della maggioranza fatta sopra la testa dei dipendenti dell’Atam e dei cittadini per accaparrarsi il controllo del trasporto pubblico”.

Francesco Francini (Udc). “L’approvazione di questa delibera rischia di configurarsi – come sottolineato da Stella – quale danno erariale. Siamo di fronte ad un’operazione di pura cassa, per di più scarsamente utile”. Ha quindi chiesto di ritirare la pratica.
“Questa vendita è una cessione di cui non si vede il beneficio economico né quello sociale. Non si comprende poi quale sia il futuro occupazionale dei dipendenti. Tanto meno i benefici che potrà avere la città”.

Stefano Baldi (Fi). “In questo progetto non c’è razionalizzazione del sistema dei trasporti. Se dovesse passare questa linea scellerata, mi auguro che questa amministrazione sappia garantire il futuro dei dipendenti dell’Atam”. Anche Baldi ha chiesto il ritiro della pratica.

Raffaello Giorgetti (Fi) ha sottolineato come “il silenzio e l’imbarazzo della maggioranza siano più eloquenti delle parole dell’opposizione”. Si è quindi soffermato sulle “corse sociali” che devono essere mantenute e sulle “errate valutazioni economiche” che possono comportare un danno erariale per i consiglieri. “Se la delibera dovesse essere comunque approvata, allora mi farò promotore del referendum”. Ha quindi invocato l’intervento della magistratura contabile.

Guglielmo Borri (Udc) si è soffermato sulla diversa applicazione del principio della partecipazione. “Sul futuro dell’Atam questa non è stata applicata per gravissima responsabilità della maggioranza”. La raccolta di firme ha invece dimostrato la volontà di partecipazione non solo dei dipendenti Atam ma anche della popolazione. Il Piano della mobilità rischia di essere in forte contraddizione con la “dismissione” dell’azienda. “Infine non vengono considerati i problemi ambientali che questa soluzione può provocare”.

Franco Barbagli (Fi). “Mi rammarico dell’iter procedurale, in dispregio delle circoscrizioni, dei cittadini di Arezzo che con 5.500 firme si sono detti contrari, dei lavoratori. Questi hanno dichiarato improduttivo l’ultimo incontro con la Giunta ed aria fritta gli impegni del Sindaco e della stessa Giunta. Non ci sono garanzie normative e contrattuali di secondo livello. Da qui la diffida ad Atam e Comune a proseguire la trattativa con Lfi. Non si capisce quale sia il Piano Industriale dell’azienda e come potranno essere garantiti i servizi ai cittadini. Barbagli ha quindi ampiamente citato le dichiarazioni dei sindacati Cisl e Uil.

Alberto Merelli (An) ha ricordato che quando lui era assessore al bilancio, fu realizzata l’operazione Afm duramente contestata dal centro sinistra. “Quale mutazione genetica è intervenuta – ha chiesto polemicamente Morelli – per arrivare alla decisione odierna di vendere l’Atam?”. Oggi viene dato un messaggio confuso. “Il centro sinistra vende un patrimonio molto importante e dovrebbe dimostrare quella coerenza che in politica è d’obbligo”.

Rossella Angiolini (Fi) ha rimarcato l’assenza, in questa fase del dibattito, del Sindaco e si è rivolta direttamente agli autisti Atam presenti in aula. “Questo è solo un gioco politico. L’Atam ha sempre dato un ottimo servizio. Perché, quindi, vendere un’azienda che offre servizi di qualità con autisti altamente professionalizzati? Ho forti dubbi che i dipendenti siano garantiti. E’ un’intesa che vede solidali la sinistra nel suo complesso: dalla maggioranza alla Cgil alle circoscrizioni. La fusione deve essere completamente annullata perché non ci sono vantaggi economici per gli autisti, per la città, per gli utenti. Mi dispiace per i dipendenti che hanno votato centro sinistra: “li hanno voluti ed ora se li tengono”.

Paolo Enrico Ammirati (An). “Sono allibito dal comportamento incredibile di questa amministrazione. Bisogna partire dalla considerazione che questa città si sta spegnendo: oggi stiamo svendendo una parte di questa città, una filosofia della mobilità urbana ed i lavoratori. Stiamo svendendo Arezzo nel quadro di un contesto più ampio: oggi non contiamo più nulla. Arezzo non conterà più niente nel nuovo carrozzone del trasporto pubblico locale e la forza lavoro dell’Atam sarà ancora maggiormente penalizzata”. “Per 90.000 euro il Comune vende il deposito, 54 mezzi, il capannone attiguo al rimessaggio, 12.300 metri quadrati di terreno, la palazzina in piazza della Stazione”.

Ulisse Domini (Margherita). Ha ricordato che questa operazione trova la sua ragione d’essere nella nuova legge regionale. “Non sarà una svendita ma la concentrazione di rami d’impresa che svolgono la stessa attività e cioè il trasporto pubblico locale. In Commissione consiliare sono stati ascoltati i rappresentanti dei lavoratori ed i sindacati, sia confederali che autonomi. Il ramo Tpl di Atam non avrebbe avuto futuro, con 1.800.000 euro di deficit all’anno e con l’impossibilità, dettata dalla legge, di utilizzare i proventi dei parcheggi per ripianare i conti del trasporto”. Inoltre alle gare del 2010 non potranno partecipare quelle aziende che sono, anche surrettiziamente, sovvenzionate dalle amministrazioni locali: viene considerata concorrenza sleale. Domini ha ricordato che nel passaggio, i dipendenti Atam conserveranno posto, salario e condizioni normative. Da oggi si apre una trattativa tra Atam, Lfi ed organizzazioni sindacali per concordare il futuro di questo personale.

Marco Manneschi (Città Aperta). Ha ricordato che “i proventi dei parcheggi non possono essere più destinati al trasporto. Ce la sentiamo di affrontare un giudizio di regolarità amministrativa? Possiamo accettare una distrazione di fondi? Avremmo la volontaria intenzione di eludere una norma: saremmo non nell’ambito della colpa ma in quello del dolo”. Manneschi ha quindi sottolineato che non ci si può sottrarre a responsabilità di questo tipo. “Sono moltissimi anni che si parla dell’unificazione del trasporto pubblico per renderlo più forte ed in grado di sostenere, nel 2010, la concorrenza nel libero mercato per l’assegnazione delle linee”. Manneschi ha sottolineato che gli elementi di garanzia possono essere individuati anche dai patti parasociali che il Comune sottoscriverà. “La legge, il codice civile prevede il mantenimento delle guarentigie contrattuali dei dipendenti delle aziende o dei rami d’azienda cedute”.

Raffaello Giorgetti (Fi). Ha definito “flebili vagiti” le argomentazioni della maggioranza e si è chiesto “perché la maggioranza non abbia concordato con i lavoratori la cessione del ramo d’azienda”. Ha quindi insistito sul fatto che “ai lavoratori Atam non sono state fornite le garanzie sufficienti”. Giorgetti ha sottolineato che “la somma del deficit Lfi a quello annunciato dell’Atam, non è certo in grado di produrre un’azienda in attivo”. Ha quindi chiesto nuovamente il ritiro della pratica ed il suo successivo ritorno in Consiglio dopo un effettivo confronto.

Luigi Polli (Ds) ha ricordato il progetto di unificare servizi e strutture pubbliche contenuto nel programma elettorale e di governo. “L’atto di oggi è politicamente coerente con quanto affermato da questa maggioranza in campagna elettorale”. Polli ha giudicato improponibile il confronto tra Afm e Atam: la prima era in attivo, la seconda è in perdita se consideriamo solo il ramo oggetto della cessione e cioè il trasporto. Oggi, per legge, non è più possibile tenere insieme parcheggi e Tpl. Inoltre la cessione non è ad un privato, come nel caso di Afm ma ad un’azienda il cui capitale sociale è pubblico per il 70%. “Con questa operazione stiamo costruendo un’azienda che ha sufficiente massa critica per partecipare alle gare del 2010”. Anche Polli ha riconfermato le garanzie occupazionali, normative e salariali per i dipendenti Atam.

Marco Paolucci (Prc). “La questione del trasporto pubblico è fondamentale per lo sviluppo della città. E’ necessario fare di tutto perché questo servizio inizi a migliorare. E’ indispensabile investire sul trasporto pubblico: corsie preferenziali, parcheggi scambiatori, chiusura del centro storico, appetibilità del trasporto pubblico. Non siamo contrari alla cessione del ramo d’impresa Atam ma questi deve essere fatto a determinate condizioni: mantenimento della gestione pubblica del Tpl, mantenimento e sviluppo del servizio, delle condizioni contrattuali e normative di tutti i lavoratori, protezione delle fasce deboli che hanno maggior bisogno del trasporto. E’ poi necessario un maggior confronto con i lavoratori ed i cittadini prima di assumere decisioni”.
Paolucci ha chiesto che Atam ed Lfi inizino immediatamente la trattativa con i sindacati: “non possiamo pensare ad un via libera senza ritorno da parte del Consiglio. Marchiamo un punto di dissenso sul merito”. Paolucci ha quindi proposto, a nome di Prc e Verdi, alcuni emendamenti per dare maggiori garanzie ai dipendenti.

Marco Tulli (Verdi). “Siamo assolutamente convinti del valore del trasporto pubblico, consentendo a tutti i vivere la città: chiusura del centri storico e fruibilità dell’intera città. Ci devono essere garanzie in questa operazione: mantenere la gestione pubblico del Tpl, garantire il mantenimento ed il miglioramento degli attuali servizi, garantire le attuali condizioni contrattuali”. Ha quindi annunciato la presentazione di emendamenti insieme al gruppo Prc.

Franco Barbagli (Fi). Ha dichiarato di prendere atto dello “spirito di collaborazione dei Verdi e di Prc”. Ed ha chiesto di far ritirare la delibera, far esaminare gli emendamenti in Commissione e quindi tornare in aula in occasione della prossima seduta del Consiglio Comunale.

Giovanni Pelini (Sdi). Ha sottolineato la necessità di esaminare le “difficoltà storiche”, soprattutto di natura economica, dell’Atam. La gestione dei parcheggi all’Atam risolse due problemi: i conti Atam e la ricollocazione degli autisti non più idonei. “Oggi non è più possibile camminare su questa strada e dobbiamo salvaguardare due elementi: il personale ed i servizi. La soluzione ottimale, per il personale e la città, è trasferire questa azienda in un’altra società pubblica e locale. Non è consentito a nessuno speculare su questi elementi per accattivarsi la benevolenza dei lavoratori. Il futuro di quest’ultimi sta a cuore a tutti, senza eccezioni”.

Marco Paolucci (Prc). Ha presentato un emendamento con il quale si chiede di garantire il conseguimento di “un grado di concentrazione aziendale … con ritorni positivi per l’utenza sia in termini tariffari che di razionalizzazione del servizio; conseguimento nel comune di Arezzo del miglior servizio pubblico urbano di trasporto; il mantenimento dei livelli occupazionali e dei trattamenti economici e normativi connessi”.

Marco Manneschi (Città Aperta). Ha presentato una modifica all’emendamento Paolucci – Tulli il cui testo è il seguente: “il mantenimento nella nuova Società dei livelli occupazionali e dei trattamenti economici vigenti presso l’azienda cedente aiu lavoratori coinvolti. A tal fine il Comune di Arezzo seguità attentamente e attivamente l’evolversi del confronto tra le parti per il conseguimento dell’obiettivo indicato nonché per il mantenimento delle condizioni normative in godimento”.

Marco Tulli (Verdi) ha proposto un altro emendamento, aggiuntivo a quello di Paolucci, e trasformato poi in atto d’indirizzo per “dare mandato ai legali rappresentanti dell’Ente di definire patti parasociali finalizzati a garantire adeguata rappresentanza del Comune nella società cessionaria; attribuire poteri speciali anche di veto se e in quanto legittimamente inseribili nello statuto sociale di Lfi, al Comune di Arezzo”. Inoltre ha proposto di dare mandato al legale dell’Ente “di richiedere l’inserimento nel contratto di cessione della previsione della revisione della parte finanziaria dell’operazione qualora in futuro si determinino sopravvenienze attive derivanti da adeguamenti tariffari o contribuzioni regionali, comunque relativi al periodo in cui Atam ha esercitato il servizio di trasporto nell’ambito urbano”.

Sindaco Giuseppe Fanfani: “non avrei mai assunto un’iniziativa di questo tipo se non fosse stata utile all’azienda, ai lavoratori ed alla città. Il convincimento della necessità e dell’utilità dell’atto è una premessa necessaria. In base all’articolo 7 del Codice della Strada i proventi dei parcheggi non possono essere destinati al trasporto pubblico. Ci sono anche i pronunciamenti dell’Authority anti trust. Continuare come adesso vorrebbe dire realizzare quattro violazioni: al Codice della Strada, al principio generale della contabilità pubblica, alla normativa antitrust, alla normativa in materia di gare dell’UE.
Dinanzi a questa chiarezza di regole, ci siamo posti l’obiettivo di garantire un servizio di qualità ai cittadini. Adesso ragioniamo sul mantenimento del posto di lavoro e dei livelli salariali e normativi. Non sono rilevanti i problemi della qualità e della quantità dei servizi: il loro livello non viene stabilito né da Atam né da Lfi ma dal Comune di Arezzo. Ieri, oggi e domani.
Il Comune di Arezzo ha fatto la scelta tecnica della cessione del ramo d’azienda perché consente le migliori garanzie: tutti i rapporti giuridici passano, pari pari, all’altra azienda. Il Comune si impegnerà perché queste garanzie, certe per l’oggi, lo possano rimanere anche per il domani.
Se l’Atam andasse avanti come oggi, anche sfidando leggi e norme, non potrebbe reggere l’impatto delle gare del 2010.

Alla fine del dibattito, l’atto d’indirizzo di Marco Tulli è stato respinto con 14 voti contrari, 15 astenuti e 7 favorevoli.

L’emendamento Paolucci è stato respinto con 4 voti favorevoli e 27 contrari

La delibera, integrata dalla modifica di Marco Manneschi ed accettata dall’assessore Marconi a nome della Giunta, è stata approvata con 21 favorevoli, 13 contrari, 3 non votanti