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Il dibattito sul Piano triennale delle opere

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AREZZO – Raffaello Giorgetti (Fi), in due interventi, ha chiesto chiarimenti sulla destinazione di risorse a Castelsecco e ha quindi sollecitato garanzie affinché l’annunciato intervento sulla Fortezza non vada a danno di quello sullo storico colle vicino lo stadio. “In dieci mesi, a partire da maggio, questa amministrazione ha saputo solo promettere fino a presentare un Piano improponibile per mancanza di fondi”.

Alessio Mattesini (Fi) si è chiesto quale potrà essere il futuro dell’interporto: non è chiaro come sarà la viabilità nella zona di Indicatore. Doveva essere previsto un intervento nel Piano triennale. Le opere indicate rischiano di essere “immaginarie” per l’assenza di finanziamenti.

Alessandro Ghinelli (An) ha domandato come la struttura comunale possa essere in grado di progettare opere per 27 milioni di euro. I 12 addetti non potranno produrre progetti per più di 12 milioni di euro all’anno. La progettazione delle opere dovrà essere quindi affidata all’esterno. Le cifre messe a bilancio per queste attività sono però assolutamente insufficienti.

Giorgio Del Pace (Ds) ha sottolineato che una risposta al problema sollevato da Ghinelli potrà essere l’ampliamento dell’organico degli uffici comunali che si occupano della progettazione. Il Piano delle opere rappresenta “l’idea di città” della maggioranza.

Alfio Nicotra (Prc): questo è il primo Piano triennale concreto ascoltato in quest’aula “da quando sono consigliere”. Ha quindi ringraziato Dringoli per il suo “disegno di città” che parte delle cose concrete e affronta i problemi non in modo ideologico. A questo progetto, il centrodestra risponde con la rimozione delle bandiere e con l’intitolazione delle strade.

Luigi Lucherini (Fi) ha sottolineato come abbia ragione Ghinelli: “il Piano non è concreto perché non è realizzabile”. Per quanto riguarda il presunto immobilismo della sua amministrazione, Lucherini ha rivendicato i problemi risolti a partire dalla “buca delle nane”. Se non ci fosse stata opposizione ideologica al project financing, ha rivendicato Lucherini, “avremmo risolto il problema del parcheggio dell’ospedale civile mentre sulla Fortezza mi ero interessato personalmente presso la Cassa di Risparmio di Firenze che stanziò 1.400.000 euro su un progetto valido e meno faraonico del presente, insieme a un ulteriore finanziamento di un tratto di mura che andava da Porta Stufi a Porta San Biagio”. Nel complesso, il Piano è “un libro dei sogni”, specie in una situazione come la nostra dove il sistema economico è in “grossissima difficoltà”.

Pilade Nofri (Ds) ha rilevato le difficoltà della frazione di Indicatore sul piano urbanistico. Una volta per tutte, è il momento di “prendere in considerazione questo paese dove stanno per riversarsi 738.000 metri cubi come primo stralcio dell’Interporto”.

Marco Donati (Margherita) ha ricordato come nelle circoscrizioni il Piano triennale, durante le varie votazioni, ha riscontrato consenso sostanzialmente unanime al di là dell’inevitabile dialettica politica.

Ulisse Domini (Margherita) ha detto che l’opposizione aveva tempo 60 giorni per presentare eventuali osservazioni al Piano, un tempo congruo per ogni genere di rilievo che andasse nella direzione della concretezza. I due mesi sono stati lasciati trascorrere invano.

Marco Bianchi (Prc): nell’ambito di un piano ci sono sempre una scala delle priorità e interventi più o meno rilevanti. Ma questo Piano ha un senso perché rappresenta una svolta: parte dai bisogni reali del cittadino dai quali prende poi corpo una progettualità adeguata.

Guglielmo Borri (Udc) è partito dalla considerazione che il Piano delle opere pubbliche è uno snodo fondamentale per la crescita sociale, culturale ed economica di una comunità . “Non credo – ha sostenuto Borri – che questo piano tuttavia rappresenti una sorta di catarsi dopo sette anni di buio. Dal punto di vista della qualità urbana e della qualità della vita, la città ha invece conosciuto una crescita rilevante”. Tra i temi centrali affrontati in questi mesi, il Consiglio Comunale è stato particolarmente impegnato sul tema della sicurezza: su questo ambito, almeno nel primo anno, l’attenzione ai servizi di sicurezza, in particolare alla P.M., il piano è carenze nelle opere e negli stanziamenti.

Marco Manneschi (Città aperta) ha ricordato l’impegno su Castelsecco e sul centro storico che rappresentano idee e progetti non solo meramente riconducibili alle opere pubbliche ma di grande investimento culturale per la città.

Giuseppe Matteucci (Fi) ha rivendicato invece i meriti dei primi 5 anni di amministrazione di centrodestra: il verde, la scuola Margaritone, il Tribunale, per il quale “andrete a tagliare il nastro come per la scuola”, la piscina, Piazza del Popolo, le scale mobili e tante altre cose di cui usufruiscono i cittadini di Arezzo e la stessa amministrazione attuale.

Gianni Cantaloni (Fi) ha voluto rievocare la vicenda del progetto “Urbal” varato quando era assessore alle politiche comunitarie che rappresentava un caso di finanziamento europeo da dirottare verso la riqualificazione dell’intero centro storico e che venne invece bocciato in aula. Anche sulle periferie, è falsa propaganda dire che il centrodestra è rimasto insensibile alle loro esigenze ma aveva anzi impostato un rapporto fattivo e di collaborazione con i presidenti delle circoscrizioni.

Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha ritenuto al termine del dibattito di fare alcune considerazioni durante le quali, dopo aver riconosciuto l’impegno dell’assessore Dringoli, ha chiesto una discussione priva di impostazioni ideologiche: “affermare che il lavoro degli altri è comunque fatto male, non contribuisce alla crescita complessiva della città. Una città che ha invece molti problemi da risolvere e che necessita dunque di una dedizione possibilmente condivisa tra le forze politiche. Certo, non possiamo accettare tutte le scelte della precedente amministrazione, ma non possiamo negare il nostro consenso e il riconoscimento alla bontà di alcune opere realizzate. Così, chiediamo all’opposizione non un giudizio aprioristico verso il lavoro dell’assessore Dringoli e il suo piano, ma un incoraggiamento ad andare avanti”. Il Sindaco ha poi concluso ringraziando l’istituto di credito di BancaEtruria per l’acquisto del Caffè dei Costanti che pone termine a una incresciosa vicenda che privava i cittadini di locali storici assolutamente unici e ai quali da sempre sono affezionati. “Tutto questo dimostra l’affetto che questa banca, seppur diventata di valenza interregionale, conserva e sono sicuro conserverà nei confronti di Arezzo, suo luogo di nascita e sede da ben 125 anni”.

L’assessore Franco Dringoli nella sua replica ha rilevato il ruolo della struttura tecnica comunale, non sarà necessariamente la sola coinvolta nella progettazione per evidenti motivi. Tuttavia “adiremo i privati attraverso procedure concorsuali”. È evidente che la precedente amministrazione ha messo in piedi opere e interventi infrastrutturali ma la città ha mantenuto carenze evidenti: area Lebole, area Baldaccio, Bastanzetti, via del Rossellino, Piazza Guido Monaco, Piazza San Francesco, Piazza Grande. Il programma è per forza ambizioso, deve esserlo -ha sottolineato Dringoli – proprio in virtù di questo genere di situazione. Inserirsi nei programmi di finanziamento è possibile, per rendere fattibili vari progetti da Castelsecco alle celebrazioni vasariane del 2011 che idealmente chiuderanno un percorso amministrativo che vuole essere però di crescita e rivalutazione complessiva della città.

Il Piano è stato approvato con immediata esecutività.