Home Politica ‘Il Festival? Spreco di soldi pubblici per guadagni privati’

‘Il Festival? Spreco di soldi pubblici per guadagni privati’

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‘Il Festival? Spreco di soldi pubblici per guadagni privati’

AREZZO – «E i cittadini pagano». Alleanza Nazionale innesca la miccia della polemica e, a esplodere, è il Play Art Festival di Arezzo, colpevole, secondo il capogruppo a Palazzo Cavallo Paolo Ammirati e il consigliere Francesco Macrì, di aver bruciato i soldi pubblici. «Il festival è costato 290mila euro, finanziati dal Comune di Arezzo, Provincia e Regione quasi per l’intero – tuona An -. Quattrini pubblici. Soldi della gente. E ciò significa che il ricavo è praticamente al netto dei costi: 350mila euro come minimo, tutti a formare il piatto ricco dei guadagni della società organizzatrice». Ammirati e Macrì snocciolano dati e cifre, chiedendo, per il futuro, di bloccare i contributi comunali o, per lo meno, di stabilire un tetto a 60mila euro. Sì perché, tornando alle casse comunali, i conti ad An non tornano proprio: «A questo giro – ha spiegato Macrì – la premiata ditta Fanfani & C. ha stanziato per il Play Art la bellezza di 130mila euro, coprendo quasi il 45% del costo totale della manifestazione. E già questo viola il nostro disciplinare, secondo il quale il finanziamento da parte del Comune non avrebbe dovuto superare i 60mila euro». E questo è uno. Ma poi: «Ancora, la società pisana creata ad hoc per metter su il Play Art Festival ha ricevuto anche 100mila euro dalla Regione Toscana e 30mila euro dalla Provincia. Se a tutto questo si aggiungono anche i circa 30mila euro di sponsorizzazioni – conclude Macrì – ecco coperte le spese di produzione, quasi per l’intero con soldi pubblici. Soldi dei cittadini. Ma gli incassi, stimabili in 350.000 euro come minimo, quelli non sono mica pubblici. Alla gente di questa spesa non rientra nulla». Rincara Ammirati: «Delle due l’una: se quello erogato è un contributo, esso va ribassato perché per legge non è possibile erogare contributi che concorrono a creare utili per i privati. Per di più resta il dubbio sulla legittimità di erogare un contributo a una società di capitali. Se invece non si tratta di un contributo ma di una prestazione commerciale regolarmente fatturata, beh allora essa è stata pagata enormemente cara. Eccoli qui – incalza il capogruppo comunale di An – gli sprechi della politica. Altro che tagliare indennità e consiglieri, rappresentanti della democrazia. Cominci, la giunta, a tagliare le vetrine e le passerelle con cui si fa bella. Poi se ne riparla».