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Il futuro della sanità nella zona aretina

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AREZZO – Piena condivisione dei sindaci della zona aretina (Arezzo, Civitella, Monte San Savino, Castiglion Fibocchi, Capolona e Subbiano) del documento della Conferenza provinciale. Disco verde, quindi, al Pal 2008 – 2010: “questo, insieme al Piano integrato di salute, è lo strumento fondamentale di programmazione condivisa. La sua mancanza, da ben 7 anni, ha sicuramente rappresentato il segnale più evidente dell’indebolimento del ruolo degli Enti Locali. L’assenza del PAL, sommata al non funzionamento della Conferenza dei Sindaci, ha favorito lo sviluppo di localismi anziché la programmazione provinciale”.
La conseguenza è stata il perdurare di disparità tra le varie Zone sociosanitarie sia in termini di investimenti che di innovazione. Quella aretina “ribadisce la necessità che la Conferenza provinciale riassuma pienamente la sua funzione sia nella programmazione, sia nella relazione istituzionale con la ASL e con la Regione Toscana. Urgente, quindi, la nomina della segreteria tecnica a supporto della Conferenza. La Zona ritiene che il Pal debba essere l’occasione per la sanità aretina di attrarre risorse aggiuntive, superando la disparità di risorse assegnate nel tempo tra le ASl toscane, ma anche all’interno della ASL 8”.
I Sindaci della zona aretina sottolineano il risultato importante raggiunto dalla ASL 8, in termini di bilancio, ma chiedono con forza alla Regione Toscana, che negli anni passati ha ripianato bilanci di ASL non virtuose, di introdurre “meccanismi di premialità” per quelle aziende, come l’aretina, che hanno concretamente operato per la ottimizzazione delle risorse.
I Sindaci ritengono che il PAL debba definire in modo certo le funzioni della rete ospedaliera, che deve essere messa in condizione di dispiegare appieno la sua funzionalità, ribadendo nel contempo la funzione provinciale del S.Donato.
E formulano richieste precise: unitarietà dell’approccio ospedale-territorio; abbandono di una visione e pratica ospedalocentrica; attivazione del Dipartimento territoriale con l’istituzione di un Hospice aretino, il potenziamento dell’ospedale di comunità, aumento di posti di RSA, nuovi centri diurni per non autosufficienti, unità di cure primarie e lo sviluppo della domiciliarità.
“Questo approccio – sottolineano i Sindaci della zona aretina – permetterà alla Asl ed ai Comuni di ottimizzare ulteriormente le risorse nonché di rafforzare per la broncopneumologia nei Distretti, la nutrizione artificiale a domicilio, le cure palliative, attività di grande rilievo sanitario e sociale, che hanno portato fuori dall’ospedale prestazioni ad alta specializzazione, riducendo i costi e dando risposte ad un elevato numero di utenti. Scelte che adesso si devono allargare anche ad altri servizi, come ad esempio la diabetologia, la pneumologia e comunque a tutti quei percorsi che vedono nell’ospedale una sede inappropriata di gestione e vede invece nel territorio la sede privilegiata”.
Rimane sostanziale l’intervento sul Pronto Soccorso del San Donato che rappresenta una delle sedi di maggior afflusso di tutta la provincia nonchè della Regione. “Deve essere ovviamente inserito in uno sviluppo progettuale complessivo che tenga conto dell’evoluzione della rete dei servizi di emergenza, di quella dei pronto soccorso e dell’organizzazione di continuità assistenziale – concludono i Sindaci. Altro elemento sostanziale è la valorizzazione delle professionalità interne alla ASL8 anche attraverso una maggiore integrazione e sviluppo con l’università di Siena ed un percorso che deve vedere la possibilità di sviluppo universitario/docenza ai nostri professionisti”.

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