
AREZZO – Con oltre 50.000 metri quadrati di superficie espositiva, 1700 espositori (di cui circa un quarto aretini) e oltre 20.000 visitatori comincia sabato prossimo l’edizione di autunno della fiera orafa di Vicenza, una delle manifestazioni più importanti del settore in compagnia di Basilea, Hong-Kong e Las Vegas. Questa edizione della fiera arriva dopo un lungo periodo di difficoltà per il settore orafo che, secondo le opinioni dei produttori, è ancora lontano dal dirsi concluso. Per Moreno Carloni, Presidente degli orafi di CNA, “i dati diffusi dall’osservatorio regionale dell’artigianato relativi al primo semestre 2007 confermano quanto la provincia di Arezzo stia soffrendo la crisi con due settori, quello orafo e quello della moda, che solo fino a pochi anni fa rappresentavano la vera locomotiva economica del territorio”.
Il settore orafo aretino ha registrato un calo del 5,5% nel primo semestre dell’anno: solo l’abbigliamento in Casentino e a Prato hanno fatto peggio.
“Non sono certo queste le premesse per nutrire grosse aspettative sulla prossima fiera di Vicenza – prosegue Carloni – gli appuntamenti fieristici a livello internazionale si sono moltiplicati e anche la stessa manifestazione vicentina, fino a pochi anni fa evento irrinunciabile del dopo estate, si inserisce in un calendario densissimo considerando anche gli appuntamenti di settembre a Milano, Lipsia, Mosca, Parigi, Londra, Porto più altri sparsi per il mondo”.
L’ultima edizione della fiera ha registrato un calo del 6% degli operatori italiani pur a fronte di un incremento dei visitatori stranieri. I dati di affluenza più interessanti riguardavano i paesi dell’est europeo (+34%) seguiti dall’area dell’ex unione sovietica (+24%). È proprio a questi mercati che gli orafi aretini guardano con attenzione ed è in questa direzione che ripongono le proprie aspettative.
“I mercati tradizionali – riprende Carloni – sono diventati il terreno di conquista dei produttori provenienti dai paesi in via di sviluppo che non esitano a riprodurre gioielli di gusto occidentale a prezzi insostenibili. In Europa dell’Est c’è ancora chi apprezza il made in Italy e molti importanti buyer russi, polacchi, ucraini e ungheresi vengono a Vicenza in cerca di novità”.
Il nuovo piano industriale presentato dal nuovo management della fiera punta a fare di Vicenza il punto di riferimento del lusso e dello stile made in Italy e per fare questo è da ritenersi fondamentale la collaborazione con il polo aretino e con i nostri produttori. Per recuperare competitività e quote di mercato nei mercati internazionali mai come ora si rende necessario il dialogo e la collaborazione tra gli operatori e le istituzioni dei due poli produttivi.