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La Cattedrale di Arezzo compie 730 anni

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La Cattedrale di Arezzo compie 730 anni
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AREZZO – La lettera della sua fondazione fu scritta dal Vescovo Guglielmo Ubertini in data 9 Novembre 1277, assieme al Preposto e ai Canonici del Capitolo di San Donato: “Super hedificationem Cathedralis Ecclesiae Aretinae”.
La data della lettera apostolica del vescovo Guglielmo, 9 Novembre, ha un preciso valore simbolico , voluto e non occasionale. Nel giorno 9 Novembre la Chiesa ricorda la dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, giorno della fondazione della Cattedrale del Papa, del Vescovo di Roma. Quindi la volontà di Guglielmo di firmare la lettera per la costruzione della nuova Cattedrale di Arezzo nel giorno 9 Novembre sta a significare il collegamento religioso e simbolico di unione alla Chiesa di Roma, al Papa. Poteva firmare in altra data, non lo fece!
Così Arezzo e la Chiesa Aretina possono celebrare il giorno della dedicazione, della fondazione della Cattedrale di San Pietro e San Donato il 9 Novembre di ogni anno, in piena sintonia con i riti celebrati ogni anno nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Nella volontà di Guglielmo Vescovo di firmare la lettera della fondazione della nuova Cattedrale di Arezzo c’è anche il rapporto tra la presenza della tomba di Papa Gregorio X nel nuovo tempio con la Cattedrale di Roma, dove sono sepolti molti Papi. Poche altre città hanno la stessa data di fondazione della loro Cattedrale : il 9 Novembre, come è successo per Arezzo.
lI Vescovo Guglielmo per portare a compimento questa grandiosa opera chiese sostegno anche ad altri Vescovi.
L’Archivio Capitolare della Cattedrale aretina custodisce le lettere pastorali di Rinaldo, Vescovo di Siena del 7 aprile 1282, di Ranieri, Vescovo di Volterra del 30 aprile 1283 , di Filippo Vescovo di Fiesole del 6 luglio 1283, con le quali si rivolgevano ai loro fedeli per raccogliere fondi destinati alla costruzione della nuova cattedrale di Arezzo. Ai fedeli che avessero fatto elemosina in “occasione dicti operis” sarebbero state concesse indulgenze e altri privilegi spirituali.
Anche il Comune di Arezzo fece una deliberazione in favore della edificanda Cattedrale; nell’anno 1280 il Consiglio Generale stabilì che il Potestà entro il mese di gennaio di ogni anno esponesse i provvedimenti necessari al proseguimento dell’opera.
La Cattedrale ha l’ingresso ad ovest e l’altare maggiore ad est. Chi entra nell’edificio sacro, percorre il cammino da occidente (simboleggiante il peccato proprio dell’uomo) ad oriente (verso l’altare rappresentante il calvario, la pietra del Sacro Sepolcro e della salvezza spirituale).
La sua costruzione si protrasse fino al 1511 ad eccezione della attuale facciata, che fu inaugurata nel 1914. Dapprima fu costruita l’abside, con il suo coro 5/8, simbolo dell’umanità in Cristo.
Il numero 5 è simbolo dell’umanità, il numero 8 è il simbolo dell’Infinito, Dio.
Essa è la parte più bella e simbolica dell’edificio con le sue slanciate bifore e le vetrate istoriate.
Nel 1289, anno della battaglia di Campaldino, erano già costruite l’abside, le due cappelle laterali e le due prime arcate fino ad una probabile facciata provvisoria ubicata poco oltre la seconda arcata.
E’ antica tradizione ritenere che la Cattedrale sia stata consacrata dallo stesso Vescovo Guglielmo prima della sua morte nel campo di battaglia di Campaldino, 11 giugno 1289.
La Cattedrale di Arezzo è nata dalla volontà di Gregorio X Papa e di Guglielmo Ubertini Vescovo,ed è figlia del Conclave di Arezzo.
E’ un libro di pieta dove stanno scritte la fede e la vita civile di Arezzo.

TESTO DELLA LETTERA APOSTOLICA DI GUGLIELMO UBERTINI VESCOVO DI AREZZO
“ A tutti coloro che vedranno questa lettera, Guglielmo per misericordia di Dio Vescovo,Buono proposto e il Capitolo Aretino, augurano saluti in Cristo, che è di tutti la vera salvezza. Sulla edificazione della Cattedrale della nostra Chiesa, che fu dal tempo del trasferimento, avvenuto dall’esterno all’interno delle mura, è sempre stata del tutto indecorosa e brutta, al punto da essere oggetto di derisione per le altre chiese e per tutta la cittadinanza, ci ha ispirato lo Spirito del Signore (il quale soffia dove vuole) affinchè ricostruiamo dalle fondamenta con ammirevole lavoro e facciamo riedificare quella stessa chiesa eretta a Cattedrale dentro le mura, in precedenza chiamata Chiesa di San Pietro, dopo aver maturato attenta riflessione. Per il successo di questa impresa noi, predetto Guglielmo Vescovo, acceso dal sacro fuoco della devozione, in omaggio a Dio, alla Beata Vergine e al beato Donato nostro patrono, e per rispettare la volontà del Papa Gregorio X di venerata memoria, del cui sepolcro la stessa chiesa è stata degna di essere adornata; e al fine di ottenere con ciò il perdono dei nostri peccati, in ringraziamento dei nostri predetti fratelli, assumendo spontaneamente l’impegno della suddetta impresa, finchè vivremo, in modo che qualunque nostro successore non subentri in questo compito senza l’approvazione del Proposto e del Capitolo, offriamo 100 lire all’anno di moneta corrente, a partire da ora e per cinque anni, allo scopo di mantenere l’attuale edificio in buono stato, compiendo lavori nella chiesa e nel chiostro. E anche noi, sopradetti Proposto e Capitolo, seguendo l’invito e la volontà del sunnominato Vescovo nostro Padre, da parte nostra destiniamo a questa stessa impresa tutte le offerte in denaro, tutti i testamenti o lasciti, sia in moneta, sia in edifici o poderi, con l’impegno della decima parte dell’imposta per la liberazione della Terra Santa. Il frutto di questi edifici e di questi poderi sia destinato alla costruzione, e i detti beni non siano venduti, a meno che non siamo costretti a sostenere spese maggiori, oltrepassando il preventivo (di spesa) per la costruzione di detta chiesa. Tutte le altre offerte, di qualunque genere, testamenti o lasciti in punto di morte, restino indistintamente al Proposto e al Capitolo. Avendo qui accettato, promesso e deciso tutto quanto sopra con pieno accordo e unanime volontà, con l’aiuto della Grazia divina abbiamo fatto redigere questo scritto e l’abbiamo rafforzato con l’autorità dei nostri sigilli, per mantenerne in perpetuo valida l’efficacia. Scritto in Arezzo il 9 novembre 1277, indizione V, essendo vacante la sede apostolica.”
(Ringrazio il Prof Adriano Cecconi per il suo dotto contributo offerto per la traduzione della lettera apostolica del vescovo Guglielmo)

Articlolo scritto da: Pier Luigi Rossi