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La ripresa esclude le piccole medie imprese

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AREZZO – “Le piccole imprese sono l’anello debole dell’azienda Italia. Nell’ultimo trimestre hanno registrato un aumento della produzione dello 0,1% e un calo del fatturato dell’1,1%. Un segnale di difficoltà sul quale pesano fisco e burocrazia, zavorre storiche per la nostra imprenditoria”.
Così Mauro Patrussi, Presidente CNA Arezzo, commenta i risultati dell’indagine Movimprese e coglie l’occasione per ricordare che “l’identità del nostro sistema produttivo si fonda sulla multiforme presenza delle piccole imprese. Sono di fatto un soggetto economico centrale, cui corrisponde però una perifericità nella considerazione sociale, nell’immaginario collettivo, nelle politiche fiscali”.
Secondo l’Istat, le aziende con un numero di addetti tra i 2 e i 49 assommano a oltre1,650 milioni di unità, con oltre 8 milioni di occupati. Il 98,6% di tutte le imprese italiane, il 61% di tutti i lavoratori. Quelle operanti nel manifatturiero e nelle costruzioni sfiorano la soglia delle 800 mila unità con oltre 3,6 milioni di lavoratori. Sono un numero cospicuo ma fanno meno rumore nei media e non scaricano sul resto dei cittadini la loro protesta.
Un governo stabile ed una maggioranza coesa: le sfide che il paese ha di fronte impongono queste condizioni: la politica deve trovare soluzioni stabili nel tempo. Occorre prendere decisioni difficili e importanti sull’economia.
“Attendiamo il Governo alla prova dei fatti – commenta Patrussi – Bersani proprio in questi giorni ha proposto un patto fiscale per dare un vantaggio immediato al contribuente onesto distribuito in un periodo di 3-4 anni; sugli studi di settore ha rilanciato il dialogo con le categorie; ha parlato di misure ad hoc per le piccole imprese: l’approvazione di decreti che sbloccano nuovi strumenti finanziari e da settembre l’operatività della riforma che prevede un’unica pratica presso la Camera di Commercio per avviare un’attività e semplificare la burocrazia”.
Secondo CNA per invertire la tendenza basterebbe ridurre la parte contributiva che pesa sulle aziende e sui lavoratori, detassare le spese in ricerca, nell’innovazione di prodotto, semplificare la burocrazia, dare una mano alle piccole aziende per aiutarle a vendere all’estero.
Il resto lo sanno fare le aziende: negli anni scorsi c’è stata una grande selezione delle piccole aziende, molte si sono perse per strada, ma ora si va verso la stabilizzazione e questo è il momento di recuperare la voglia di fare.
“Il punto è che la ripresa non è ancora consolidata, è fragile e si spegnerà rapidamente se saremo lasciati soli – conclude Patrussi – Di qui la richiesta di innovare le regole per un cambiamento vero e condiviso: e ad Arezzo il mondo della produzione sta da tempo lanciando segnali chiari ed inequivocabili in materia di governance e di nuove regole che dovranno governare la Camera di Commercio nei prossimi anni”.

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