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Musica e antiquariato per i Barocchisti di Lugano

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AREZZO – Calato il sipario sulla 55^ edizione del Concorso Polifonico Internazionale Guido d’Arezzo con la vittoria dei francesi di Lione, componenti il Choeur National des Junes a Coeur Joie, la Fondazione Guido d’Arezzo ha ancora in serbo un gioiello da proporre al pubblico.

Si tratta dell’ultimo concerto inserito nel programma del Guidoneum Festival – autentica novità di questo anno – che verrà eseguito domani 1 settembre alle ore 21 al Museo di arte Medievale e Moderna di Arezzo (via san Lorentino, 8) dall’orchestra “I Barocchisti” di Lugano.

L’orchestra – diretta da Diego Fasolis, con il musicista svizzero Duilio M. Galfetti violino di spalla e solista – presenterà un suggestivo quanto interessante programma legato agli Stili musicali nella cultura del Settecento, sulle note di Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi e di François Joseph Gossec, capace di immergere il pubblico nella musica di quella straordinaria stagione che fu il Settecento.

“Il concetto di stile muove da presupposti collegati al comportamento e alle fattezze, e bene si accompagna alle manifestazioni di genio e di creatività che quel comportamento o quelle fattezze intendono richiamare – sottolinea Francesco Luisi, presidente e sovrintendente della Fondazione Guido d’Arezzo. Spesso lo stile si stigmatizza in accezioni di significato convenzionale che delimitano veri e propri modelli, poi i modelli transitano da un piano all’altro della produzione artistica e intellettuale e si trovano utilizzati con valori universali. Così è, ad esempio, il riferimento allo stile barocco, allo stile galante, allo stile rococò e così via, senza alcun limite apparente riguardo all’oggetto individuato come base della definizione stilistica”.

E poiché il leitmotiv della serata è proprio lo stile d’epoca, ha una sua intrinseca coerenza la collaborazione per questo concerto con un partner particolare come l’Associazione Fiera Antiquaria che, proprio sabato 1 settembre ritorna ad esporre i propri banchi – dopo undici anni di assenza – al giardino monumentale de Il Prato.

“E’ un grande onore poter condividere una manifestazione così importante per la vita culturale ed artistica della città come il Concorso Polifonico Guido d’Arezzo e, nello specifico, il Guidoneum Festival, tanto strenuamente voluto dal professor Luisi – sostiene Paolo Nicchi, presidente dell’Associazione Fiera Antiquaria.

E’ significativo che le due manifestazioni aretine più conosciute in Italia e all’estero (senza niente togliere alla Giostra del Saracino) abbiano deciso di unire i propri sforzi per lavorare assieme con il dichiarato intento di offrire l’una all’altra le proprie peculiarità. Siamo così convinti della bontà di questo progetto che, già da adesso, stiamo pensando a manifestazioni comuni future, come esposizioni tematiche riguardanti strumenti musicali, partiture… “- conclude Nicchi.
L’ingresso al concerto è libero.

I Barocchisti

Il complesso raccoglie, sotto la guida di Diego Fasolis, l’eredità della Società cameristica di Lugano, che a partire dagli anni ’50, sotto la guida di Edwin Löherer, ha svolto un’attività fondamentale per il recupero delle opere vocali e strumentali del Barocco ottenendo successi concertistici e discografici di livello mondiale (tra cui vari dischi d’oro).
Primo violino e violino solista è l’artista svizzero Duilio Galfetti.
Il complesso si presenta in formazioni variabili e i musicisti provengono da varie esperienze con i maggiori complessi barocchi d’Europa.
Il carattere latino delle esecuzioni improntate al virtuosismo e al ritmo equilibrati da una costante metodicità espressiva stimola il plauso del pubblico e della critica che, sin dalle prime apparizioni, ha scritto in termini entusiastici.
Unitamente al Coro della Radio Svizzera in questi ultimi anni, con la direzione di Fasolis, ha realizzato diverse produzioni concertistiche e discografiche pluripremiate dedicate a Händel, Vivaldi, Bach, Galoppi, Scarlatti, Paisiello, Cassini, Mozart, Pergolesi.
Il doppio CD Il Mondo alla Roversa di Galoppi è stato insignito del Premio Internazionale del Disco della Fondazione Cini di Venezia.