AREZZO – «Da imprenditore orafo mi stupisco delle dichiarazioni di colleghi impegnati come me da decenni nel settore e nella valorizzazione del Made in Arezzo. Dire ‘nemmeno un euro per il Centro Affari’ equivale a rinunciare alla valorizzazione della produzione locale e dello stesso territorio aretino. Il Centro Affari è una struttura radicata nella nostra città, funzionale a esigenze fieristiche che consentono agli operatori di mettere in mostra i loro manufatti per la produzione dei quali impegnano tanti addetti, le loro energie e i loro capitali. Non si capisce perché tale struttura, che c’è già, non debba essere destinata al rilancio piuttosto che all’abbandono e trasformata nella sede naturale espositiva dei gioielli aretini che, senza un’adeguata vetrina, rischierebbero di brillare meno intensamente agli occhi di italiani e stranieri. Senza considerare che privi del Centro Affari saremo costretti a fare veicolare i nostri prodotti da altre realtà provinciali interessate inevitabilmente ai loro e abdicheremo da una tradizione imprenditoriale consolidata da 50 anni di successi e da un continuo rinnovamento favorito da soggetti caratterizzati dall’amore per la nostra città e interessati al rilancio dell’intero settore. Questo continuo rincorrersi di voci, senza dati concreti, rischia di creare un’atmosfera di sfiducia tra gli operatori e un conseguente immobilismo pericoloso per l’economia aretina».