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Opposizione: Consiglio Comunale per la revoca del Presidente

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AREZZO – Conferenza stampa dei gruppi di opposizione, An, Fi e Udc, per illustrare una loro richiesta di convocazione urgente del Consiglio Comunale, depositata lunedì 26 febbraio e avente a oggetto la revoca di Giuseppe Caroti dalla carica di presidente dell’assemblea. Erano presenti i consiglieri: Paolo Enrico Ammirati e Francesco Macrì per Alleanza Nazionale, Rossella Angiolini e Gianni Cantaloni per Forza Italia e Francesco Francini per l’Udc.
“Tutti i sedici consiglieri di minoranza – ha esordito Paolo Enrico Ammirati – hanno firmato una richiesta di convocazione del Consiglio, a termini statutari, sul tema specifico della revoca della fiducia al Presidente Caroti. Questa iniziativa si è resa a nostro avviso necessaria dopo una serie di prese di posizione di Caroti, anche a mezzo stampa, che ne hanno inficiato il ruolo di garante istituzionale e di rappresentante di tutte le forze politiche. Cito l’articolo apparso sul ‘Corriere di Arezzo’ nel quale sono contenuti giudizi pesanti su singoli consiglieri comunali e sull’intero centrodestra in merito alla vicenda della delibera che ha portato all’intitolazione di una strada cittadina alla figura di Bettino Craxi e l’atto dove sempre Caroti, all’unisono con il dirigente del proprio ufficio, esprime un giudizio sulla precedente CAT, la cui attività sarebbe stata connotata da caratteri di ‘concussione ambientale’, con ciò facendo proprie valutazioni ancora oggi al vaglio dell’autorità giudiziaria e riferendosi a soggetti che all’epoca non rivestivano neppure la qualifica di imputati. Ci muoviamo come centrodestra di comune accordo e secondo le procedure previste dalla Statuto: dalla data di presentazione della nostra richiesta di convocazione, il Consiglio Comunale dovrà essere riunito nei venti giorni successivi, in caso contrario adiremo il Prefetto affinché la nostra istanza non sia disattesa. Tecnicamente, in quella seduta ad hoc chiederemo dunque di votare la revoca di Caroti che, se accolta, determinerebbe il subentro del vice-presidente anziano a capo dell’assemblea e la successiva nomina di un nuovo presidente che noi, tra l’altro, abbiamo già individuato: tutto il centrodestra convergerebbe infatti su un nome, quello di Gianni Cantaloni”.
“La nostra richiesta di revoca – ha proseguito Francesco Macrì – si basa su una norma statutaria che seppur restrittiva trova in alcune sentenze della magistratura amministrativa interpretazioni che per noi hanno costituito valido appiglio giuridico. In particolare una sentenza del Consiglio di Stato del 2004 avvalora le nostre argomentazioni. La Casa delle Libertà aveva fatto un patto istituzionale con la sinistra all’inizio di questo mandato e la figura di Caroti aveva ricevuto unanime consenso. Dopo le sue ultime uscite, questo patto è stato violato proprio da colui che lo incarnava e per noi l’attuale richiesta riveste valenza politica, non è certo legata a considerazioni di carattere personale”.
“Nella scorsa consiliatura – ha rilevato Francesco Francini – il consigliere Caroti aveva fatto un’importante battaglia proprio per la modifica delle norme statutarie che disciplinano l’istituto della revoca del presidente, diventando il fautore di un allargamento delle maglie della norma. Proposito sul quale si era impegnato esplicitamente al momento della sua elezione. A oggi nulla ha promosso in questa direzione. Non abbiamo di certo cercato noi questo passo, ma Caroti con il suo comportamento ha finito per provocarlo: la gravità di dichiarazioni come ‘sovversivismo politico’, imputabile a suo giudizio a chi ha votato la richiesta di intitolare una strada a Craxi, credo sia evidente a tutti e non si confà a un presidente di Consiglio Comunale”.
“Abbiamo voluto comunque ricondurre la cosa – ha dichiarato Gianni Cantaloni – all’ambito politico-istituzionale e teniamo aperta la porta alla possibilità che Giuseppe Caroti recuperi la nostra fiducia. Altrimenti saremo costretti a prendere le nostre decisioni in piena libertà al momento del voto sulla sua revoca”.
“Quando si trattò di votare Giuseppe Caroti – ha concluso Rossella Angiolini – a nome del mio gruppo dissi che mi aspettavo da lui un comportamento di garanzia a favore delle minoranze. Credo che adesso gli suggerirei di prendere invece lezione dal presidente del Consiglio Regionale Riccardo Nencini che mai si è pronunciato con giudizi politici nei confronti dell’opposizione. Ma vorrei sottolineare una cosa: in Consiglio Comunale, come nella Giunta Fanfani, chi veramente detta le condizioni e influenza giudizi e comportamenti è Rifondazione Comunista. La vicenda del difensore civico è emblematica: è stata messa all’ordine del giorno e successivamente da Caroti proposta all’aula consiliare, la votazione di un candidato al ruolo di difensore civico al solo scopo di bruciare questo nominativo, riconducibile al nome di un professionista serio, moderato, di area Margherita e sul quale noi come opposizione potevamo essere d’accordo. L’operazione doveva quindi sfociare, una volta consumata questa bruciatura, proprio con la nomina di una candidato sostenuto invece da Rifondazione Comunista. Anche sul difensore civico il comportamento di Caroti non è stato esente da critiche, non solo si è dimenticato del suo ruolo nei riguardi della minoranza ma ha finito addirittura per privilegiare solo una parte della maggioranza della quale fa parte”.