Home Politica Partito Democratico e sinistra unita :una scommessa parallela

Partito Democratico e sinistra unita :una scommessa parallela

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AREZZO – Si può essere critici, e noi lo siamo, con la scelta del Partito Democratico. Ma è indubbio che è una scelta, forse avventurosa e disperata, ma coraggiosa, che vuol guardare al futuro Ed è una scelta che coinvolge e pone problemi urgenti a tutta la sinistra. E’ evidente che si apre un spazio, una grande prateria da conquistare. Lo diceva, qualche giorno fa, anche Marco Paolucci, capogruppo di Rifondazione al Comune di Arezzo. Ma è uno spazio, appunto, da conquistare, con intelligenza e con urgenza. Sarebbe una grande illusione, se qualcun pensasse di campare di rendita di posizione, tirando a sopravvivere raccogliendo qualche fuoruscito DS, qualche scontento del PD.

Per la sinistra si apre una sfida storica, parallela a quella del PD, ed altrettanto impegnativa: quella di costruire un soggetto unitario che raccolga le varie forze della sinistra, costituisca il punto di riferimento per il sindacato, per i lavoratori, per i disoccupati, per la difesa della Costituzione e della laicità dello stato, che è poi difesa della democrazia partecipata. Mentre per la costruzione del PD c’è voluto, e ci vorrà ancora, un grande sforzo dei dirigenti di Margherita e DS, per superare le diffidenze di due elettorati per troppo tempo contrapposti, nella sinistra c’è una situazione rovesciata: la gente vuole l’unità, è vissuta in una sinistra unita e soffre le divisioni. Ci sono, invece, le resistenze di apparati e dirigenti, i contrasti ed i livori personali che faticano ad essere superati, e spesso si nascondono dietro presunte difese identitarie, che possono essere giustificate in un militante di base, ma non in dirigenti accorti e di lungo corso.

Ma il tempo non aspetta. La sinistra può vincere la sfida solo se il percorso di riunificazione è rapido e, comunque, almeno contemporaneo a quello della costituente del PD. Non ci si copra dietro la necessità di coinvolgere la società civile per ritardare il processo unitario. Chi ha responsabilità dirigenti deve esercitarle, così come insegnava Gramsci e come faceva il vecchio PCI. Solo in questo modo potrà essere rapidamente avviato un processo unitario che dovrà poi certamente coinvolgere poi il popolo della sinistra.

Su un progetto chiaro e condiviso, anche la sinistra deve organizzare una vera e propria costituente per un nuovo partito, da mettere in discussione con tutti gli elettori in un processo di partecipazione che porti ad un grande rinnovamento delle classi dirigenti. Mi sentirei di fare mia la proposta che Scalfari in un editoriale di Repubblica, faceva al PD: organizziamo vere e proprie primarie, attraverso le quali eleggiamo almeno i due terzi dei gruppi dirigenti.

Questo processo unitario non può essere delegato solo alle dirigenze nazionali, deve essere avviato in tutte le realtà locali. Intanto potremmo trovare forme di unificazione dei gruppi consiliari almeno di PdCI, Rifondazione, Verdi, senza pregiudiziali per altre forze laiche e democratiche che non si sentono rappresentate dal PD. Questo permetterebbe una rappresentanza unitaria di sinistra, indipendentemente dalla presenza di tutte le componenti, attraverso un patto di consultazione ed una elaborazione collettiva dei più importanti punti programmatici. E non dovrebbe essere poi difficile, viste le battaglie comuni che stiamo facendo su una serie di settori, dalla gestione pubblica dei servizi, alla tutela ambientale, alla pace, alla tutela dei diritti dei lavoratori e della sicurezza sui luoghi di lavoro. ecc.

Se c’è la reale volontà, saranno i fatti a mostrarlo. Non c’è tempo da perdere.

Se la sinistra non avrà la voglia e la forza di riunirsi, darà il più consistente contributo al successo del Partito Democratico, lasciando il mondo del lavoro privo di una seria rappresentanza politica e il PSE privo di una rappresentanza italiana.

Se il 25 aprile, festa della Liberazione venisse questo messaggio unitario da tutte le sinistre, potremmo dire di aver davvero onorato la memoria della Resistenza e la continuità dei suoi valori.

Buon 25 aprile a tutti!