AREZZO – Nel 2006 rallenta la fase critica dell’artigianato aretino e i dati evidenziano un parziale recupero del clima di fiducia, ma il settore nel suo complesso soffre ancora, specie le attività legate al manifatturiero. E’ questo il commento di Mauro Patrussi, Presidente CNA Arezzo, riguardo gli ultimi dati resi noti da Unioncamere nell'indagine periodica di Movimprese.
Secondo la rilevazione, il saldo tra le imprese artigiane nate e quelle cessate in provincia di Arezzo nei 12 mesi del 2006 è stato di 66 unità su un totale di 11.854 unità, mentre il dato relativo al complesso delle imprese aretine è negativo (-31) su un totale di 34.245 aziende. Un dato in controtendenza – quello relativo al mondo dell’artigianato- legato alle performance positive del settore edile cresciuto nel 2006 di 194 imprese.
Analizzando i dati complessivi delle imprese aretine, la perdita delle attività manifatturiere nel territorio risulta comunque più contenuta rispetto ai dati relativi agli altri comparti. “Questo risultato – commenta Patrussi – è un’ulteriore riprova della vocazione manifatturiera della provincia di Arezzo e testimonia la forte identità produttiva del nostro territorio. Identità già fortemente evidenziata – continua il Presidente CNA – anche dai dati diffusi dal ministero in occasione delle procedure di rinnovo della Camera di Commercio da cui emerge un mondo della produzione che connota in maniera netta e decisa il sistema economico locale”.
Leggendo i dati generali, il Presidente CNA non si sente comunque di esprimere un giudizio negativo sul rallentamento del tasso di crescita delle imprese aretine e spiega perché. “Perché il saldo risente soprattutto della crescita delle cancellazioni e questo dimostra che si mantiene forte la vivacità imprenditoriale del nostro territorio. Inoltre la struttura dell’economia aretina conta già un numero di imprese particolarmente elevato e ciò che rende forte un sistema economico non è il numero ma la qualità delle imprese”.
Ma entriamo nel dettaglio dell’artigianato aretino, da cui emerge un quadro che testimonia che la crisi fa sentire ancora i suoi effetti. Le attività manifatturiere rallentano (-41), specie quelle del tessile e del legno arredamento, ma la flessione più consistente riguarda il nostro settore più rappresentativo – la gioielleria e oreficeria – che nella nostra provincia interessa 1.090 imprese artigiane e il cui saldo tra iscrizioni e cessazioni è stato pari a – 41 unità.
Di segno opposto il contributo che viene dal settore delle costruzioni,
Secondo i dati di Unioncamere è dunque l'edilizia a sostenere positivamente il bilancio 2006 del numero di imprese artigiane. “Il comparto” continua il Presidente CNA Arezzo “viene da oltre 10 anni di crescita ed è stato sostenuto da fattori straordinari come il processo complessivo di ristrutturazione, gli sgravi fiscali e così via”.
“Più in generale non illudiamoci che adesso sia tutto più facile – ammonisce Patrussi – attendiamo i dati del primo semestre 2007 per vedere l’eventuale consolidamento di segnali positivi: solo allora potremmo cominciare a riavere fiducia nel rilancio”.
“Le imprese artigiane e in generale il mondo produttivo italiano” conclude il Presidente CNA “ha bisogno ora di un quadro politico stabile, in grado di concentrarsi sulle riforme”. E’ oggi indispensabile passare dalle tasse alle riforme, iniziando dalla riforma della pubblica amministrazione a dell'intervento pubblico nell'economia. Ma, soprattutto, occorre inserire le piccole imprese all'interno di un disegno riformatore di modernizzazione del paese”.