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Philip Wiegard: prima personale in Italia dell’artista tedesco

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Philip Wiegard: prima personale in Italia dell’artista tedesco

AREZZO – “Falten”, il titolo della mostra, Ë una parola che in tedesco rimanda ad un doppio significato. Riferita alla sua espressione verbale, indica letteralmente l’atto del “piegare” e richiama quell’infinito movimento tra esterno e interno implicito in questo gesto. Come sostantivo invece si riferisce letteralmente ad un drappo o al drappeggio di una stoffa. Entrambi questi elementi metaforici, gesto e cosa, sottolineano l’articolato percorso espositivo di questa mostra. Il concetto di “piega” cosÏ consueto e fondante in epoca barocca, si ripercuote oltre questi suoi limiti storici e, come sostiene Deleuze in “Le pli: Leibiniz et le baroque”, si puo estendere alla recente contemporaneità passando dal Michaux de “La vie dans le plis” o dal “Fold After Fold” di Boulez o, ancora, dal metodo che HantaÔ deduce dal gesto del piegare.

Nella pratica artistica di Philip Wiegard non sussistono elementi o valori statici. Il processo di visualizzazione dei suoi lavori consiste piuttosto in un misto tra vedere e ricordare, tra comprensione e conoscenza, in un perenne equilibrio tra l’idea di oggetto e quella di cosa, tra la nozione di grammatica e quella di criterio.
Spingere, schiacciare e distorcere, piegare e pressare, mutilare e ricomporre: questi sono i gesti che sostengono il lavoro dell’artista tedesco. Un fare, il suo, tanto sottile quanto brutale. I rilievi e le installazioni di Wiegard sono spesso realizzati con materiali di banale e ordinaria memoria. Recuperati presso cantieri edili o semplicemente trovati in edifici in fase di ristrutturazione, essi vengono poi ricondotti a nuove esistenze. » cosÏ che vecchie sedie da cinema, sgabelli da bar ormai inutilizzabili, dimessi banconi da negozio o vecchie assi da parquet, assecondano il processo dell’essere decostruiti e smontati, segati e mutilati dei loro arti per poi essere nuovamente assemblati perdendo il senso della loro originale tridimensionalità. La nuova acquisita illusione ottica si vanifica infatti ad ogni singolo movimento dello sguardo e non Ë possibile mettere in relazione ciÚ che si vede con un processo di improvvisazione.
In pratica, Wiegard applica alla scultura, servendosi anche di una grande dose di umorismo e ironia, le leggi ottiche della prospettiva pittorica in scala 1:1. I suoi oggetti, privati del loro originale volume, vengono sottratti allo stesso tempo alla loro funzionalità e materialità e rimangono sempre sulla soglia tra l’essere un oggetto e il diventare un’immagine. Essi sembrano infatti svanire nel processo di transizione da uno spazio bidimensionale ad uno a tre dimensioni e viceversa, e in questo andirivieni dimenticano ogni loro ordinaria funzione. Per loro non rimane che uno sguardo disilluso, sospeso nell’ininterrotto dubbio dello stare a osservare un’immagine in prospettiva, oppure, semplicemente, un arredo deformato.

Biografia
Philip Wiegard Ë nato nel 1977 a Schwetzingen (Germania). Dal 1998 vive e lavora a Berlino. Nel 2003 ha ottenuto il Master degree presso l’Università di Berlino.
Nel 2007 ha vinto una borsa di studio concessa dal Senatsverwaltung f¸r Wissenschaft, Forschung und Kultur presso la CitÈ Internationale des Arts di Parigi.
Ha esposto i suoi lavori principalmente in Germania e Svizzera. Tra le mostre personali pi_ rilevanti si annoverano Relativ unscharf presso il Forum Vebikus di Schaffhausen in Svizzera nel 2006, Beggars & cripples alla Freymond-Guth & Co. di Zurigo. Nel 2005 l’artista ha esposto alla mostra Augenblick!,(Kunstverein Graz, Regensburg) e a Dr¸cken, presso la berlinese galleria Laura Mars Grp.