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Storia e resistena: studiamo il ruolo delle donne

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TOSCANA – Dichiarazione del Consigliere Regionale Bruna Giovannini: «Le istituzioni locali continuano ad assegnare grande valore agli studi storici sulla Resistenza. Lo fa da sempre la Regione Toscana e registro, con soddisfazione, la nascita anche ad Arezzo di un Istituto storico promosso dagli enti locali che affronterà proprio i molti temi della Resistenza, della guerra partigiana e della storia contemporanea.
In questo rifiorire di studi, mi permetto di suggerire un tema di riflessione che è sempre rimasto sottotraccia e cioè il contributo delle donne alla Resistenza. Negli ultimi anni si è tentato di togliere dall’oscurità ciò che esse hanno dato alla resistenza che non è certamente stato solo un aiuto, un’assistenza secondaria data alla resistenza armata considerata come esclusivamente maschile.
Ci sono state giovani che si sono allontanate dal focolare domestico ed hanno affrontato la guerra al pari degli uomini. Donne che hanno raggiunto i partigiani nelle montagne ed hanno svolto l’importante ruolo di staffette di collegamento, oppure hanno curato i feriti, dato asilo ai combattenti.
E’ chiaro che in quel momento, la partecipazione delle donne fosse considerata una ribellione alla mentalità tradizionale /moralistica che vigeva dopo anni di dittatura fascista. Non è stato semplice rivendicare come importante novità e quindi come oggetto di riflessione e di elaborazione questo contributo delle donne. Tanto che per troppo tempo lo si è visto totalmente slegato dai successivi momenti di emancipazione mentre oggi possiamo pensare che le lotte degli anni seguenti affondano le loro radici anche in questa loro esperienza.
Non possiamo dimenticare la ricorrente esclusione delle partigiane combattenti dalle sfilate nei giorni in cui entrano gli alleati, in cui finisce la guerra di liberazione. I comandanti avevano dato ordine che le partigiane restassero sulle colline e invece alcune di esse, disobbedendo, avevano sfilato con abiti maschili alle manifestazioni di gioia. Una scelta che ci ricorderà lo scrittore Beppe Fenoglio facendo mormorare le persone che vedevano sfilare le donne in abiti maschili “Ah, povera Italia”: come per considerare la loro una presenza fuori luogo!
Evidentemente non erano maturi ancora i tempi per considerare come novità dirompente il protagonismo delle donne stesse. Credo che anche questo, il contributo delle donne alla Resistenza, sia sicuramente tra le nuove tematiche, le nuove interpretazioni che potranno essere indicate allo studio del nuovo Istituto storico di Arezzo.»