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Una rete per ‘Vivere insieme’

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AREZZO – Un progetto rivolto al reinserimento sociale e lavorativo di persone con disagio psichico. E’ stato promosso dall’associazione Onlus Vivere Insieme, è sostenuto da Comune, Provincia, Dipartimento Salute Mentale della Asl e finanziato dal Cesvot.
“Una comunità è tale quando non lascia sole le persone che si trovano in un momento di sofferenza e di disagio – sostiene Gregorio Tamantini, segretario dell’associazione Vivere Insieme – e questo progetto non è assistenzialismo ma si basa sul reinserimento lavorativo e sociale di 11 persone con disagio psichico attraverso la coltivazione di un orto biologico, la costruzione di una serra e la manutenzione di un’area adibita a vigna e olivi alle porte di Arezzo insieme alla cura di animali da cortile”.
Un’impostazione condivisa anche da chi in questo delicato settore lavora, testimoniata dal Direttore del Dipartimento salute mentale adulti della Asl, Aldo D’Arco e dal responsabile del dipartimento Giampiero Cesari che ricorda come “il nostro servizio sostiene la necessità di favorire la crescita e l’autonomia delle persone affette da malattia mentale. E lo spirito di collaborazione e di integrazione di soggetti pubblici e privati è indispensabile per offrire aiuti non solo assistenziali e sanitari ma finalizzati ad un vero reinserimento sociale. La nostra esperienza ci insegna quanto alti siano i costi del “non fare”, di non curare la malattia mentale. E’ un compito difficile e talvolta frustrante che può dare i suoi frutti anche grazie ad un atteggiamento di sostegno condiviso ”.
E la valenza terapeutica di questo progetto è basata proprio sulla scelta di operare nel verde, con ritmi meno incalzanti e con un ampio margine di riuscita con la conseguente vendita dei prodotti coltivati.
“Molte le motivazioni che ci portano a sostenere questo progetto – spiega il Vice Presidente della Provincia Mirella Ricci. La buona prassi di far emergere le potenzialità di persone in difficoltà senza rassegnarsi e deporre le armi di fronte a situazioni complesse, il valore aggiunto della collaborazione di due Cooperative di tipo B, la Tappa e Al Plurale e la scelta di un ambito particolare come quello dell’agricoltura biologica. Abbiamo creato una rete per un reinserimento vero e abbiamo unito più ingredienti per una ricetta efficace”.
Per i futuri operatori, individuati in collaborazione con il Dipartimento di salute mentale, verrà attivato un corso di formazione e saranno fornite le competenze necessarie per le attività che si troveranno a gestire.
“Questa è la prima fase sperimentale del progetto – conclude il Vice Sindaco Donella Mattesini – ma siamo tutti impegnati a renderlo stabile perché non vogliamo far vedere una luce e poi spengerla. Le statistiche dimostrano un notevole aumento di persone con disagi psichici e malattie mentali ed è nostra intenzione portare avanti tutte le attività di sostegno possibili, come già stiamo facendo con il Piano della Salute”.