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Unità della sinistra o dei Comunisti?

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AREZZO – Il Congresso Regionale dei Comunisti Toscani non ha sciolto una ambiguità di fondo. Quale è la prospettiva politica: l’unità della sinistra, o meglio, delle sinistre, o l’unità dei Comunisti?
Anzi per certi aspetti la relazione del segretario Nino Frosini ha rappresentato in questo un arretramento rispetto allo stesso documento nazionale. La sua proposta, lanciata un po’ a freddo, di liste unitarie con Rifondazione, oltre ad indicare un orizzonte che, sia pur motivato dalla esigenza di avviare pragmaticamente un cammino possibile, è autolimitante, è anche una manifestazione di debolezza, quasi un appello del figliol prodigo ad essere riaccolto nella casa del padre. Oltre tutto una proposta di questo genere trascura tutto quello che in questi ultimi tempi abbiamo cercato di costruire in termini di rapporti più allargati, dimenticando che abbiamo avuto delle liste unitarie con i Verdi, con i quali abbiamo anche un gruppo unico al Senato.
Purtroppo anche l’intervento conclusivo di Marco Rizzo non ha contribuito a fare chiarezza. Interessante e condivisibile nella parte iniziale di analisi della situazione internazionale e nazionale, si è poi lasciato trasportare dalla retorica identitaria, buona a prendere gli applausi, ma non altrettanto a costruire una lucida prospettiva politica per il futuro. Insomma la relazione di Frosini e l’intervento di Rizzo sono apparsi condizionati da una logica interna di partito, quasi volti a correggere le prospettive aperte dal Documento nazionale e rafforzate dagli interventi più recenti di Diliberto apparsi sulla stampa, che presentano disponibilità a soluzioni molto più aperte, senza preclusioni e pigrizie mentali, nella convinzione che il problema non è la difesa a tutti i costi di una sigla, ma la difesa e la costruzione di una sinistra forte.
Il documento politico finale del Congresso regionale ha cercato una formula compromissoria tra le due posizioni, se non altro per dare copertura politica alla relazione del segretario. Ma è stata una formula ambigua e, dal mio punto di vista, non accettabile. Per questo non ho votato il documento. Mi auguro che il Congresso nazionale di Rimini sciolga ogni incertezza, mantenga la prospettiva di una riunificazione di tutte le forze della sinistra che non si riconoscono nel Partito Democratico, nelle forme possibili. E su questa prospettiva ci sia un impegno reale di tutto il partito.
Sarà questo il primo banco di prova anche della nuova dirigenza della federazione PdCI di Arezzo.

Il Capogruppo
Giorgio Renzi.