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Vino ai trucioli

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Vino ai trucioli

FIRENZE – La Coldiretti, insieme a numerose associazioni di consumatori (Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Adoc), Legambiente, Città del vino e Slow-food Italia, ha presentato un ricorso al Tar del Lazio per fermare l'uso dei trucioli per l'invecchiamento artificiale dei vini prodotti in Italia. Lo scorso 2 novembre, infatti, un Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali aveva autorizzato l'uso dei trucioli, escludendo solamente i vini a denominazione di origine (Doc/Docg).
Un ricorso che giudichiamo retrogrado, dirigista e contro il mercato, quindi dannoso per il consumatore. Che è adulto e – ove l'etichetta sia completa e chiara – capace di scegliere il vino che gli piace per gusto, qualità e prezzo. Il produttore che vuole difendere la propria qualità può agire nell'ambito del mercato, ma sbagliato sarebbe pretendere che tutti si debbano adeguare alle sue scelte.
I produttori di vino già godono di canali privilegiati, che non aiutano i consumatori a conoscere per meglio scegliere. Le etichette di tutti i prodotti alimentari ne indicano la composizione, anche le acque minerali riportano analiticamente il proprio contenuto. Così non è per il vino, le cui etichette sono molto avare di informazioni.
Per questo, oltre alla legalizzazione di tecniche impiegate in gran parte del mondo – quali l'aggiunta di zuccheri e l'uso di trucioli – chiediamo che l'etichetta dei vini riporti:
1. La composizione. E' così difficile elencare i principali componenti (acqua, zuccheri, alcoli, aldeidi, eteri, sali, acidi, ecc)?
2. L'aggiunta di mosto (da dove viene?) per fortificarlo (aumentare la gradazione), di enzimi per favorire la trasformazione del saccarosio in glucosio, di gelatine, caseine, albumine, colla di pesce, bentonite (roccia) per la chiarificazione, di solfiti per la conservazione, di anidride solforosa per impedire l'acidificazione, di acido tartarico o citrico per aumentare l'acidità, di acido sorbico o sorbato di potassio per stabilizzare, di solfato di rame per eliminare difetti di gusto e odore, di acidi, fosfati, ecc.
Di tutti questi trattamenti, già legali e diffusi, non troviamo traccia nelle etichette. Questo per dimostrare che la mobilitazione dei produttori contro i trucioli, non è forse quella che si vuole fare apparire, cioè una difesa dei consumatori. Se questi ultimi li si vuole davvero difendere, si deve innanzitutto permettere al mercato di sperimentare ed adottare nuove tecniche, ampliando così la varietà dell'offerta; allo stesso tempo si devono fornire informazioni chiare sulle etichette per permettere al consumatore di scegliere secondo i propri gusti ed il proprio portafoglio. Se non posso permettermi tutti i giorni un vino invecchiato in barrique, perché non devo poter scegliere un vino meno costoso che gli si avvicina in sapore anche se invecchiato artificialmente?