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‘William Parker Luc’s Lantern’ in concerto

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‘William Parker Luc’s Lantern’ in concerto

AREZZO – E' sempre difficile dover riassumere in poche righe la vita professionale di un musicista dalle molteplici espressioni artistiche dello spessore di William Parker.
La figura di un protagonista assoluto della musica improvvisata, contrabbassista tra i più richiesti degli ultimi trent’anni, nel suo curriculum vanta oltre una trentina di registrazioni in veste di leader, collaborazioni di altissimo livello con artisti del calibro di Ed Blackwell, Don Cherry, Bill Dixon, Milford Graves, Billy Higgins, Sunny Murray, Roscoe Mitchell, Peter Brotzmann, e con Cecil Taylor.
L’autorevole Village Voice lo ha posto sul podio più alto nella storia dei contrabbassisti.
William Parker è un compositore e band leader di grossa caratura tanto da vincere nel dicembre 2004 il referendum indetto dalla rivista Musica Jazz come “Musicista dell'anno”, mentre Steve Greenlee del Boston Globe ha affermato nel luglio 2002 che "William Parker è emerso come il più importante leader della scena attuale dell'avant-jazz, come già nel 1995 il Village Voice indicò Parker come "il più brillante contrabbassista di free jazz di tutti i tempi".
È anche uno dei più importanti compositori d'oggi e un poeta le cui liriche stanno avendo una maggiore visibilità grazie ai libri pubblicati, alle canzoni e attraverso la sua piece teatrale, ha scritto poesie nei tre volumi pubblicati come:
Music Is, Document Humanum, e The Shadow People.
William Parker Luc's Lantern
Il progetto e' dominato dalla figura del bassista di Brooklyn, autore tra l'altro di tutte le composizioni. Il suono possente e profondo del suo strumento, le sue linee lunghe e in continua evoluzione, i suoi riff scolpiti, costituiscono il vero perno attorno a cui i brani vengono costruiti, lo scheletro essenziale su cui si innestano le improvvisazioni dei suoi compagni. E' il suo contrabbasso a dettare gli sviluppi musicali, tenendo per mano i due partners attraverso gli impervi ritmi, armonie e melodie dei brani. Il trio sembra muoversi a briglia sciolta, con maggior impeto e prontezza nella continua ricerca di un equilibrio tra spinta individuale e interesse collettivo che sta alla base delle musiche improvvisate.

Biglietteria
Sabato 6 ottobre 2007 ore 21:30 , MAX THEATRE – Loc. Olmo, 44 Arezzo
I biglietti saranno in vendita il 6 ottobre dalle ore 20 presso la biglietteria del Max Theatre
Biglietto intero >euro 15,00
Biglietto ridotto >euro 11,00
Prenotazioni >0575 320145 – 0575 959379

Eri Yamamoto >piano, William Parker >double bass, Hamid Drake >drums
Trasferendosi verso New York nel 1995, Eri Yamamoto si è consolidata come una dei pianisti e compositori più originali e straordinari della città. La leggenda del jazz Herbie Hancock ha detto: “My hat’s off to her… already she’s found her own voice.” Eri Yamamoto ha sviluppato il suo sound forte attraverso le frequenti esibizioni intorno a New York girando negli Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. Ha inciso quattro CD's di cui Blue Cobalt ha ricevuto una critica eccezionale.
Nel 2000, il trio di Eri con il bassista David Ambrosio ed il batterista Ikuo Takeuchi è regolarmente richiesto alla Locanda di Arthur, un angolo storico di jazz nel villaggio di Greenwich a New York.
Il trio inoltre è comparso a parecchi festivals e concerti internazionali, compreso Cheltenham, Regno Unito; Cardiff, Galles ed in Giappone. Eri recentemente si è esibita come solista al Festival Jazz di Montreal ed inoltre come membro del Sextet di William Parker al festival di jazz di Roccella in Italia.Eri è nata a Osaka, in Giappone ed ha cominciato a giocare con il piano classico all'età di tre anni. Ha iniziato a scrivere la musica quando aveva soltanto otto anni, inoltre ha studiato canto, viola e composizione negli anni dell'università e della High School. Nel 1995, ha visitato per la prima volta New York e per caso ha suonato in un concerto con Tommy Flanagan. Era la sua prima esperienza in un trio di jazz e ne fu talmente ispirata che decise di trasferirsi New York City per dedicarsi al jazz. Successivamente a quell'anno, Eri seguì il programma “prestigious” di jazz, nuovo progetto dell'università , dove frequentando Mance, Lee Ann Ledgerwood suonava tutte le sere nei clubs di New York , conoscendo il pianista Matthew Shipp il quale ha apprezzato il suo grande talento coinvolgendola tra i grandi musicisti di spessore internazionale.
Eri, è membro stabile di alcuni progetti di William Parker e Daniel Carter , inoltre ha lavorato con Ron McClure, Andy McKee, Hamid Drake, Lewis Barns, Rob Brown, Leena Conquest, Christopher Dean Sullivan and Michael T. A.Thompson.
E' sempre difficile dover riassumere in poche righe la vita professionale di un musicista dalle molteplici espressioni artistiche dello spessore di William Parker.
La lunga carriera di Parker, iniziata nel 1973 con l’esordio discografico nel gruppo di Frank Lowe (‘Black Beings’, ESP), è la riprova di quegli assunti: dalle circa 200 registrazioni ufficiali emerge la figura di un protagonista assoluto della musica improvvisata, contrabbassista tra i più richiesti degli ultimi trent’anni, nel suo curriculum vanta oltre a una trentina di registrazioni in veste di leader, collaborazioni di altissimo livello con artisti del calibro di Ed Blackwell, Don Cherry, Bill Dixon, Milford Graves, Billy Higgins, Sunny Murray, Roscoe Mitchell, Peter Brotzmann, e con Cecil Taylor con il quale dal 1980 fece parte del Cecil Taylor Unit, nel quale Parker giocò un ruolo preminente per più di un decennio, fino ad esibirsi con gli artisti più attuali come David S. Ware e Mattew Shipp, con i quali è stato applaudito nel 2002 a Sant’Anna Arresi, in una indimenticabile riproposizione della rollinsiana Freedom Suite. Proprio in quell’occasione, si è avuto modo di saggiarne in presa diretta perizia tecnica ed espressività, dove il vocabolario del contrabbasso moderno ha avuto totale evidenza, con una naturalezza tale da fare, del voluminoso strumento, una sorta di appendice corporea dello strumentista. Nel pizzicato, nell’uso dell’archetto, nella percussione delle corde, Parker ha denotato una totale padronanza di mezzi e una “vena narrativa” eclettica, che si muove lungo un ampio spettro, fra espressionismo e lirismo: una pulsazione costante, inesorabile, una capacità di passare da una figurazione ritmica a un’altra senza cesure, da vero e proprio “conduttore” della performance, autentico “perno ritmico” vicino, in questo senso, alla leadership mingusiana. L’autorevole Village Voice lo ha posto sul podio più alto nella storia dei contrabbassisti.
Parker è attivo nei più importanti gruppi in questo genere, alcuni dei più prestigiosi sono da lui diretti: The Inside Songs of Curtis Mayfield, Little Huey Creative Orchestra, In Order to Survive, William Parker’s Quartet, infatti quest'ultimo ha avuto ottime recensioni per tutti e tre gli album O’Neals Porch, Raining on the Moon e Sound Unity e grazie al successo derivato da questo si è finalmente riconosciuto William Parker come compositore e band leader di grossa caratura tanto
da vincere nel dicembre 2004 il referendum indetto dalla rivista Musica Jazz come “Musicista dell'anno”, mentre Steve Greenlee del Boston Globe ha affermato nel luglio 2002 che "William Parker è emerso come il più importante leader della scena attuale dell'avant-jazz, come già nel 1995 il Village Voice indicò Parker come "il più brillante contrabbassita di free jazz di tutti i tempi".
Fin dall'inizio della sua carriera musicale, William Parker è stato un compositore musicale prolifico per la maggior parte dei gruppi con cui ha suonato, infatti le sue composizioni spaziano in diversi campi avendo prodotto opere, oratori, balletti, colonne sonore per films e soliloqui per contrabbasso solo ed ha anche esplorato con ottimi risultati le diverse formazioni dai piccoli combo ai più grandi ensemble.
È anche uno dei più importanti compositori d'oggi e un poeta le cui liriche stanno avendo una maggiore visibilità grazie ai libri pubblicati, alle canzoni e attraverso la sua piece teatrale, ha scritto poesie nei tre volumi pubblicati come: Music Is, Document Humanum, e The Shadow People.
Intellettuale di punta del down town della Grande Mela, animatore e ispiratore della cultura alternativa della metropoli, William Parker è senza dubbio un prosecutore autorevole dell’approccio engagé all’arte, che senza retrocedere al milieu dell’Harlem Renaissance ha caratterizzato sensibilmente, specchio dei mutamenti e sommovimenti che hanno attraversato la comunità dei Neri d’America, una parte importante della cultura afroamericana, in particolare per il quarto di secolo che prende l’abbrivio dagli anni Cinquanta. Nelle parole citate, dettate dal contrabbassista, compositore, leader di formazioni molteplici, sembra rivivere il messaggio dei grandi della New Thing:”un pensiero musicale, artistico, culturale e sociale, calato profondamente nella complessità del reale, privo di qualsivoglia sfibratura estetizzante”.
Significativa la collaborazione di Parker con il batterista partner di mille avventure Hamid Drake,
il quale nel ' 74 iniziò una lunga collaborazione musicale con il tenorsaxofonista Fred Anderson .
Verso la fine degli anni Settanta, Anderson fece conoscere Drake a George Lewis e Douglas Ewart,
infatti le sue influenze musicali più significative per quanto riguarda le percussioni risalgono a quel periodo, ovvero ad Ed Blackwell, Adam Rudolph, Philly Joe Jones, Max Roach, Jo Jones e con Don Cherry, il cui primo incontro risale al 1978, fu un altro musicista con cui collaborò in modo continuativo.
Drake ha studiato a lungo le percussioni compresi gli stili orientali e caraibici, infatti suona spesso senza bacchette usando le mani per creare particolari ritmi sonori e per molti anni diede il suo supporto ritmico a musicisti quali Borah Bergman e Peter Brötzmann, con quale egli suonò in quartetto completato dal contrabbassista William Parker e dal trombettista Toshinori Kondo.

Alla fine degli anni Settanta, Drake divenne uno dei membri del Mandingo Griot Society con cui registrò fin dal primo album, e successivamente negli anni ha lavorato con Herbie Hancock, Marilyn Crispell, Wayne Shorter, Pierre Dorge, Georg Gräwe, Misha Mengelberg, Pharoah Sanders, Malachi Thompson, il percussionista Michael Zerang e particolarmente Kent Kessler e Ken Vandermark con cui ha formato il trio DKV.
In una tale varietà musicale egli ha adottato idiomi dell'Africa del Nord e dell'Africa occidentale e suggestioni indiani così come del reggae e della musica latino-americana.