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XIII Torneo Nazionale Lorenzo Serboli Arezzo

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XIII Torneo Nazionale Lorenzo Serboli Arezzo

AREZZO – Il Convitto Nazionale Rugby è nato nell’anno 1989 con l’obbiettivo di far praticare il rugby ai bambini della scuola elementare.
Il rugby nelle scuole di lingua anglosassone è una materia curricolare dati i valori che sono in questa disciplina: sacrificio, sostegno e lealtà.
Nel 1991 si aggiudica il Campionato delle Scuole di rugby a Brescia ed il Torneo Internazionale di Firenze. Negli anni successivi altri due secondi posti e tre terzi posti sempre ai Campionati italiani.
Nei primi tempi di attività un giovane giocatore del Vasari Rugby ha aiutato i tecnici del Convitto ad istruire i mini-rugbysti. Era Lorenzo Serboli, scomparso a 18 anni per un incidente stradale.
Quando è stato il momento di istituire un torneo ci è sembrato naturale intitolarlo a Lorenzo.
Siamo giunti, quest’anno alla XIII Edizione. E’ un torneo molto importante che raggruppa squadre provenienti da tutta Italia, dal Veneto alla Calabria: circa seicento bambini dall’under 7 all’under 13 si ritrovano annualmente per disputarsi in trofeo.
L’Edizione 2007 per la Categoria “under 13” è stata vinta dal “Rugby Roma”, per la Categoria “under 11”, dal Firenze 81, per la Categoria “under 9”, dal Convitto Nazionale Rugby di Arezzo.
Quest’ultima, squadra che imbattuta dallo scorso settembre…. si diverte e fa divertire chi la vede giocare…. sotto la guida attenta e scrupolosa di Maurizio Mirante e Mariella De Maria, due educatori-allenatori di grande spessore umano e tecnico…..

"Si dice che il rugby sia una scuola di vita ed è vero.
Chi gioca a rugby impara a rispettare i compagni, gli avversari e di conseguenza se stesso,
impara insomma a diventare uomo e questa non è una cosa da poco.
Si dice che il rugby sia uno sport democratico ed è vero. Provate ad entrare in uno
Spogliatoio e ve ne renderete conto immediatamente: grandi, piccoli, alti, magri, enormi,
tutti che si cambiano insieme; questo vuol dire dare una opportunità, vuol dire che c’è un ruolo adatto a chiunque, e questo non è poco.

Si dice che a rugby non possono giocare tutti, e anche questo è vero.
Chi gioca a rugby deve essere coraggioso, deve saper prendere una decisione,
deve essere sempre leale, deve aiutare un compagno in difficoltà
a costo di un grande sacrificio e questo non è da tutti.

E’ per tutto questo che ho portato mio figlio a giocare a rugby
E quando lo vedo scendere in campo fiero e sicuro di sè,
quando lo vedo placcare un avversario molto più grande di lui,
quando lo vedo gioire insieme ai suoi compagni o quando lo vedo
sporco di fango e distrutto dalla fatica, beh, io sono contento
e vorrei anch’io avere un po’ del suo coraggio."