AREZZO – La Società della Salute del Casentino sarà direttamente coinvolta in uno studio a livello regionale sui suicidi nelle zone montane insieme ad altre due società della salute della Toscana (Colline Metallifere e Amiata Grossetano). Queste tre zone montane registrano, infatti, un primato negativo per quanto concerne il tasso dei suicidi che, a tratti, supera di gran lunga la media regionale. Nel periodo 1988-2002 si contavano in Toscana 4.764 casi di suicidio con un tasso di mortalità pari al 6,8 ogni 100.000 abitanti.
L’Uncem Toscana in accordo con la Regione Toscana ha deciso di intraprendere un percorso di intervento sperimentale nelle zone montane che vada a rilevare, spiegare scientificamente e intervenire operativamente su fattori di criticità quali l’isolamento sociale, l’uso problematico di alcool e violenza sulle donne e sui minori che possono essere correlati positivamente al fenomeno suicidio.
In particolare per il suicidio si è deciso di intervenire attivando un progetto triennale 2008-2010 volto a monitorare, cioè a conoscere il fenomeno nel singolo territorio, e allo stesso tempo improntare immediate azioni di intervento e prevenzione, avviando così un cammino assistenziale nelle aree interessate dall'indagine.
A questo riguardo Uncem Toscana, coordinatore del progetto, ha predisposto un protocollo che dovrà essere presto firmato dalle tre società della salute coinvolte, da Uncem stessa e dalla Regione.
Il progetto si distingue in due parti: la prima uno “Studio epidemiologico analitico caso controllo sul suicidio in tre aree della Toscana”, col quale si intende studiare l'associazione tra suicidio ed alcuni fattori di rischio caratteristici di queste aree geografiche collinari interne a bassa densità di popolazione; la seconda parte “Il Parasuicidio: studio epidemiologico descrittivo e strategie di prevenzione” con l'obiettivo generale di ridurre l'incidenza del numero di condotte suicidarie preceduti da atti autolesivi mediante l'organizzazione di un sistema di sorveglianza del fenomeno che preveda di individuare i casi di parasuicidio a livello locale ed il loro inserimento in un percorso strutturato e permanente di monitoraggio specialistico assistenziale e terapeutico.
Il progetto, che comporta un impegno finanziario complessivo di circa 320.000 che verranno attivati sia dal settore sanitario che da quello sociale della Regione e vedrà coinvolte finanziariamente anche le tre società della salute, ha lo scopo finale di ridurre di almeno il 10% il fenomeno dei suicidi nelle aree e contestualmente di consentire ampliamento e estendibilità dello studio-intervento anche a territori non compresi nella sperimentazione.