Home Cultura e Eventi Cultura Archeologia, Carabinieri: ‘Meno furti più vendite on line’

Archeologia, Carabinieri: ‘Meno furti più vendite on line’

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ROMA – Un piatto apulo a figure rosse della fine del IV secolo a.C., un Erma raffigurante un busto di Sileno del I secolo d.C., un sarcofago infantile in marmo del II-IV secolo d.C. ed una serie di anfore, grandi olle daune e kilix a vernice nera di provenienza campana e pugliese. Questo l'insieme dei reperti archeologici, trentatre pezzi in totate, trafugati in scavi clandestini o da musei e istituzioni pubbliche del Bel Paese e messi all'asta in Italia ed all'estero che il Reparto Operativo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha recuperato nell'ambito di quattro distinte operazioni nei mesi scorsi e presentati oggi a Roma.

Un successo che ribadisce la perentoria e puntuale azione svolta dall'arma dei Carabinieri. "Il fenomeno degli scavi clandestini e della vendita dei beni trafugati è in notevole calo. La riduzione della domanda e dunque dell'offerta di tali reperti – ha dichiarato Raffaele Mancino, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale – è dettata dalla credibilità oramai acquisita dall'azione di contrasto che svolgiamo''.
''In crescita invece -sottolinea Mancino- è il fenomeno del proliferare di siti Internet, come Ebay o Artindex, che vendono all'asta beni trafugati. Abbiamo una squadra di venti specialisti che lavorano su questo fronte controllando cataloghi on line e cartacei".
Ad oggi sono ben 2.700.000 i reperti rubati a partire dagli anni Settanta catalogati da parte del Reparto Operativo dei Carabinieri. In percentuale i beni maggiormente trafugati provengono da chiese per la quasi totale assenza di controlli ed a seguire da appartamenti privati, musei , istituzioni ed enti pubblici.
"Operazione on line" è il titolo dell'azione, risalente a soli 10 giorni fa, che ha portato nell'ambito di un lavoro di controllo delle vendite di beni culturali sul web all'individuazione sul sito Internet della casa d'aste "Antonina" di Roma di un piatto apulo a figure rosse della fine del IV sec. a.C., risultato parziale provento di un furto ai danni del Museo "Bardini" di Firenze risalente al dicembre del 1976. Il bene, dopo i normali accertamenti a cura della Procura di Roma, è stato sottoposto a sequestro e sono ad oggi in corso le ricerche per individuare i responsabili del furto.
Risale, invece, a ben quarant'anni fa il furto di un Erma raffigurante un busto di Sileno del I secolo d.C., furto avvenuto ai danni dell'Antiquarium di Santa Maria Capua Vetere. A rendere unico il caso è il fatto che il bene sia stato spontaneamente restituito dalla prestigiosa casa d'aste Sotheby's di New York dove era pervenuta e messa in vendita. L'Erma rispedida in Italia nel luglio del 2007 è stata sequestrata dalla dogana di Malpensa e verrà ricollocata nel Museo Archeologico di Santa Maria Capua Vetere. La casa d'aste ha successivamente comunicato che l'opera era stata acquistata nel 1987 nel mercato statunitense da uin collezionista privato ad oggi deceduto.
Nei confronti della Sotheby's di New York non verrà emesso alcun provvedimento avendo collaborato spontaneamente. "Questo è uno spaccato quasi campione – ha dichiarato Stefano De Caro, direttore generale per i Beni Archeologici del Mibac- del recupero dei beni archeologici grazie all'azione dei Carabinieri, a trattative o all'autoconvincimento alla restituzione come testimoniato dal caso della Sotheby's, ricononscendo la credibilità del sistema italiano teso al recupero dei beni trafugati".
I beni archeologici ritrovati sono "opere di valore medio alto. Significativa – ha aggiunto il direttore Stefano De Caro – è l'Erma raffigurante un busto di Sileno del I secolo d.C., un pezzo romano originale della Capua Antica, città di enorme importanza e seconda solo a Roma. Un'opera in marmo giallo antico che testimonia il periodo nel quale i romani non sia ccontentavano di utilizzare il marmo bianco di Carrara ma li importavano dall'estero". Terza opera recuperata è un sarcofago infantile in marmo del II-IV secolo d.C. (nella foto), trafugato nel maggio del 2004 da un magazzino del Tribunale di Tivoli e "piazzato" sul mercato antiquario e quindi venduto ad un professionista oggi denunciato per ricettazione.
Il sarcofago raffigura al centro un personaggio maschile in atto di preghiera, probabilmente una prima raffigurazione di Cristo, con ai lati ai lati due Apostoli. Ben trenta sono poi i beni archeologici recuperati dall'operazione definita "Su misura", grazie alla quale si è appurato che un sarto della Roma bene, nel tempo aveva collezionato illegalmente svariati e preziosi reperti. Tra i pezzi recuperati nella sua abitazione ed all'interno del negozio sito nel quartiere romano dei Parioli, tutti integri e di provenienza di scavi clndestini in aree archoelogiche della Campania e della Puglia, spiccano due grandi olle daune, del tipo subgeometrico con protomi del VI sec.a.C. e due kilix a vernice nera, decorate con elementi naturalistici del II-I sec.a.C. Il sarto è stato denunciato per ricettazione d beni culturali.