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Arezzo supera Vicenza nell’export di gioielli

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Arezzo supera Vicenza nell’export di gioielli

AREZZO – Un miliardo di euro, per la precisione 1.004.968.331, questo è stato l'export di gioielli di Arezzo nei primi 9 mesi del 2007, un 24,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2006, un numero importante che ha consentito il sorpasso sia pure di poco sul distretto di Vicenza (che nel 2006 esportava oltre 50 milioni in più rispetto ad Arezzo).
Secondo il Presidente della Federazione Orafi di Confartigianato, Andrea Boldi, i dati sull'export anche depurati dall'aumento del metallo rappresentano segnali incoraggianti che meritano una attenta analisi e testimoniano come il distretto orafo di Arezzo stia lavorando attivamente per l'uscita dalla crisi.
"Anche se l'elevata quotazione dell'euro rispetto al dollaro e le oscillazioni del metallo prezioso hanno rappresentato un potente freno inibitore delle transazioni, nei primi 9 mesi del 2007 abbiamo sperimentato una produzione del +1,3% ed un fatturato del +1,1%, mentre l'occupazione
con un 0,2% è rimasta sostanzialmente stabile".
Sull'export di Arezzo la nota più interessante è data dalla capacità delle nostre aziende di essersi spostate dai mercati di area dollaro (in particolare gli USA) ai mercati che maggiormente hanno fruito del rincaro delle materie prime cioè i paesi arabi ( +114%) e la Russia ( +26,4 %).
Ma ancora più eclatante è il dato di export ( + 81,8%) in Turchia, "nemico" storico in passato ed ottimo cliente per il futuro, il che significa che il sistema Arezzo funziona ed è competitivo anche nei paesi a basso costo di manodopera.
Fervono intanto i preparativi delle aziende aretine in vista della partecipazione alla più importante delle tre edizioni della Fiera di Vicenza che a partire da quest'anno si chiamerà First.
La partecipazione alla manifestazione fieristica dovrebbe rappresentare una vera e propria cartina di tornasole per decidere se rimanere o meno sul mercato e per capire quelli che saranno gli effetti sugli ordinativi dell'ultimo repentino innalzamento del prezzo dell'oro che ha già scatenato forti e condivise preoccupazioni in tutti gli addetti ai lavori.
"E' in corso un vero e proprio sconvolgimento degli scenari di mercato che ha obbligato le aziende del distretto orafo aretino a reagire con profonde innovazioni nel loro modo di stare sui mercati internazionali rendendole più solide e competitive".
"Non tutti i mali però vengono per nuocere. Se da una parte gli sbalzi delle quotazioni delle materie prime finiscono per rallentare gli ordinativi ed il lavoro, dall'altra è innegabile che il trend rialzista
degli ultimi mesi, che difficilmente si fermerà, riduce ulteriormente la già bassa incidenza dei costi di produzione sul prezzo complessivo del prodotto annullando il gap competitivo con i nostri concorrenti operanti nei paesi emergenti, quindi in una prospettiva di medio periodo potrebbe avere effetti positivi per l'oro made in italy".