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Autotrasporto: Governo in retromarcia

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“Gli autotrasportatori sono delusi per l’atteggiamento del Governo che non ha rispettato gli impegni assunti lo scorso giugno nel nome della sicurezza sociale e della circolazione degli autotrasportatori. Non solo. L’intervento diretto del Presidente Berlusconi aveva dato precise garanzie al punto da scongiurare il fermo paventato. Ma anche quell’uscita si è rivelata vana”.
Lo sfogo, un po’ amaro, è del Presidente Regionale e Provinciale CNA Fita Giuseppe Brasini e si riferisce alla mancata applicazione della tariffa per l’autotrasporto legata alla sicurezza.
“In sostanza stiamo ancora aspettando che vengano fissati costi minimi di trasporto per regolamentare i rapporti contrattuali e limitare i casi di irregolarità. Questa necessità emerge dall’evidenza dei fatti e risente degli effetti della concorrenza sleale e delle sempre più stringenti richieste della committenza. Nelle attuali condizioni le imprese lavorano al limite sul piano delle regole, e quindi della sicurezza, e sul piano economico e quindi della mancata copertura dei costi sopportati”.
"Adesso quindi occorre capire – ribadisce Brasini – se il Governo vuole veramente che le strade siano più sicure, oppure vuole continuare a seguire supinamente le indicazioni di chi non ha interesse a superare questa situazione, salvo poi piangere lacrime di coccodrillo quando accadono episodi gravi sulle strade".
Ma c’è di più – continua Mauro Borgogni che di CNA FITA è il responsabile provinciale – l’accordo di giugno prevedeva anche risorse in favore del settore che consentissero di attenuare l’incremento dei costi, principalmente quello del gasolio, al fine di allinearli con quelli medi della Comunità Europea; purtroppo sono passati oltre tre mesi e le risposte del Governo non sono state conseguenti con gli impegni presi”.
“A fronte del disinteresse dell’esecutivo non si può far altro che biasimare con forza il comportamento di chi, dopo aver offerto garanzie, oggi non è in grado di assicurare il rispetto degli accordi sottoscritti”.
“Le associazioni a livello nazionale, all'unanimità – conclude Brasini – hanno deciso di procedere alla disdetta dell'intesa di giugno e di avviare le procedure previste per la realizzazione delle azioni di protesta necessarie; ci auguriamo che il paese non debba sopportare la dura prova di un fermo nazionale di settore che, per la situazione economica che stiamo attraversando, avrebbe effetti che tutti debbono impegnarsi a scongiurare”.