Home Attualità ‘Bambini e televisione: meglio non distrarsi’, il si dei pedriati

‘Bambini e televisione: meglio non distrarsi’, il si dei pedriati

0
‘Bambini e televisione: meglio non distrarsi’, il si dei pedriati

ITALIA – Pieno appoggio della Società Italiana di Pediatria all’iniziativa congiunta Ministero delle Comunicazioni –RAI per la campagna di sensibilizzazione "Bambini e televisione: meglio non distrarsi", che intende richiamare l'attenzione sul rapporto tra i più piccoli e i programmi tv le cui immagini e resoconti possono richiedere un livello di maturità non alla portata dei più piccoli.
Così come c’è apprezzamento per l’allungamento di un ora (dalle 16,00 alle 20,00)della fascia oraria protetta e per il vincolo di non interrompere con la pubblicità i programmi per bambini e i cartoni animati ad intervalli minori di 30 minuti. “Anche se – sottolinea Pasquale Di Pietro, Presidente della Società Italiana di Pediatria – il problema non è solo quanto duri la fascia protetta e ogni quanto tempo vi siano le interruzioni pubblicitari ma, soprattutto, il rispetto dei vincoli che la fascia protetta impone e la quantità totale di spot pubblicitari che un bambino o un adolescente è costretto a guardare in 2 o 3 ore pomeridiane passate davanti alla TV”

Gli ultimi rilevamenti della Società Italiana di Pediatria sull’affollamento pubblicitario (risalenti allo scorso settembre) portano ad ipotizzare che uno spettatore che guardasse quotidianamente 2 ore di TV pomeridiana sull’emittente “Italia 1” (presa come riferimento perché risulta l’emittente più seguita da bambini e adolescenti nella fascia oraria pomeridiana) assisterebbe in un anno ad oltre 35.000 spot pubblicitari tra cui oltre 5.500 pubblicizzanti alimenti.

“A questo proposito – sottolinea Di Pietro – la SIP ha deciso di rendere sistematico il monitoraggio sull’affollamento pubblicitario in fascia oraria protetta, con rilevamenti mensili che inizieranno proprio a gennaio 2008. Inoltre, da un monitoraggio esclusivamente quantitativo passeremo anche ad una analisi qualitativa degli spot pubblicitari. In tal senso – aggiunge Di Pietro – metteremo il nostro lavoro a disposizione del Comitato TV e Minori del Ministero delle Comunicazioni col quale abbiamo già iniziato a collaborare fattivamente”.
“Ciò che faremo anche – conclude Di Pietro – sarà una sempre maggior sensibilizzazione dei genitori a considerare gli effetti negativi che una visione di televisione esagerata e non controllata può produrre nei loro figli.”