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Cacciatore aretino condannato per ingiurie a guardie del WWF

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Cacciatore aretino condannato per ingiurie a guardie del WWF

AREZZO – È costato caro a G.M., 34enne cacciatore aretino, aver minacciato e offeso ripetutamente due guardie giurate Wwf, durante un controllo di caccia. Una multa di 800 euro, alla quale si aggiungono 2100 euro di risarcimento alle parti civile per danni morali e materiali e 1300 euro di onorario da corrispondere all’avvocato Loris Fabbri del foro di Arezzo che assisteva le guardie WWF. Questa la sentenza di condanna pronunciata martedì scorso dal giudice di pace Maria Nino del Tribunale di Arezzo nei confronti del cacciatore che, nel mese di ottobre 2007, era stato colto in flagrante nelle campagne intorno a Vitiano, ad abbattere alcuni esemplari di fauna protetta (tre pispole), la cui uccisione prevede una violazione penale e che vistosi scoperto dagli agenti del Wwf aveva prima cercato in tutti i modi di non farli procedere e poi, constatata la fermezza delle guardie, che altro non potevano fare, le aveva pesantemente insultate e minacciate di serie conseguenze se lo avessero denunciato.
Gli agenti dell’Associazione del panda, per nulla intimoriti conclusero l’accertamento e successivamente inoltrarono denuncia per ingiurie e minacce a Pubblico Ufficiale alla Procura della Repubblica di Arezzo, in seguito alla quale fu avviato il procedimento penale che ha portato alla condanna dell’imputato, che adesso rimane in attesa di essere processato per l’abbattimento degli uccelli protetti.
“Siamo estremamente soddisfatti per questa sentenza che ha fatto giustizia dei gravi fatti avvenuti”, afferma Mauro Cordì Presidente del Wwf Arezzo, che continua: “soltanto grazie alla serietà e professionalità dei nostri agenti furono evitate conseguenze ben peggiori. La gran parte dei cacciatori aretini, che oramai da quasi trent’anni conosce le nostre guardie, si è sempre comportata in modo rispettoso e corretto. Casi di questo genere per fortuna si sono verificati raramente e ci auguriamo che anche l’esito di questa condanna possa scongiurarne altri”.