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Casentino: nuovo innovativo studio infrastrutturale

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Casentino: nuovo innovativo studio infrastrutturale

AREZZO – Dalla Comunità Montana del Casentino nasce una proposta innovativa per il miglioramento dei collegamenti infrastrutturali. Tenendo fede agli impegni definiti in sede di Piano di Sviluppo socio-economico, la Comunità Montana del Casentino, con il cofinanziamento della Regione Toscana, ha prodotto, attraverso le consulenze attivate con la Rete Ferroviaria Toscana s.p.a. gestore della ferrovia regionale Arezzo- P. Stia e lo studio Chiarini Associati – Ingegneria Civile e Ambientale di Arezzo, un innovativo “Studio si fattibilità sulla logistica del sistema infrastrutturale viario e ferroviario del Casentino”. Obiettivo del lavoro è stato quello di fornire una proposta di risoluzione fattiva a quello che forse è il problema maggiormente avvertito nella nostra valle, ossia quello dei collegamenti infrastrutturali, che sta pesando, oggi più che mai, soprattutto sulle possibilità di sviluppo economico e sociale del distretto produttivo e commerciale. Un piano di logistica integrata, incentrato su una ristrutturazione efficiente e sostenibile sia del sistema stradale e che di quello ferroviario esistenti in Casentino, in grado di consentire un’adeguata e rapida interconnessione con i limitrofi sistemi logistici provinciali e nazionali. “Si tratta per il momento di un’ipotesi di lavoro, di una proposta che rientrava nelle finalità del Piano di Sviluppo. Una proposta, tuttavia, molto interessante che lega insieme fattibilità e innovazione”, commenta il Presidente della Comunità Montana del Casentino Roberto Mariottini.
Lo studio di fattibilità è partito dalla raccolta dei più recenti dati di mobilità da e verso la valle sulle principali arterie regionali e provinciali, ha posto poi a confronto i progetti e gli studi già proposti in passato per il miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari del Casentino, infine sulla scorta di un’apposita indagine conoscitiva, svolta mediante questionari inviati alle principali realtà produttive del Casentino e mirata al reperimento di dati aggiornati sulle aspettative circa il trasporto merci e la mobilità degli imprenditori locali, ha indicato alcune linee guida fortemente innovative per il potenziamento e l’adeguamento della rete infrastrutturale.
In breve, quali fondamentali ipotesi di intervento a breve e medio termine, sono state proposte:
a- la velocizzazione ed il potenziamento dei servizi offerti, sia viaggiatori che merci, dalla ferrovia Arezzo – P. Stia;
b- la realizzazione di un nuovo collegamento stradale diretto tra Bibbiena e il Casello A1 di Incisa Valdarno per consentire finalmente un rapido accesso all’autostrada in direzione Nord..

La linea ferroviaria Arezzo – P. Stia con sviluppo di 44 chilometri interamente elettrificato, è attualmente servita da 28 treni viaggiatori al giorno che prestano servizio nella fascia oraria 5.00 – 21.00 percorrendo in un anno circa 395 mila chilometri e trasportando circa 865 mila viaggiatori. Trattandosi di una linea a semplice binario, il treno locale diretto a Stia deve necessariamente incrociare, in una delle sette stazioni intermedie idonee, quello diretto verso Arezzo, con conseguente rallentamento della marcia, specialmente nelle ore di punta. La principale conseguenza negativa è che occorrono mediamente 66/67 minuti per percorrere la linea da capolinea a capolinea. Ovviamente questo dei tempi di percorrenza è il fattore che oggi scoraggia maggiormente nell’utilizzo del treno.
Per superare le criticità di sistema ferroviario e migliorare il trasporto pubblico locale, si propone quindi di incrementare la velocità commerciale mediante:
– la velocizzazione della linea, principalmente grazie alla soppressione di alcuni passaggi a livello e modifiche al tracciato anche all’interno delle stazioni;
– la realizzazione dell’impianto di telecomando delle stazioni;
– l’eventuale raddoppio del binario in corrispondenza di una tratta baricentrica di lunghezza significativa in modo da consentire lo scambio dei treni senza fermata;
– l’istituzione di nuovi treni viaggiatori;
– il completamento del sistema integrato di trasporto merci in Casentino.

Lo studio di fattibilità ha anche tenuto conto di importanti indagini locali come quella svolta dal 2003 con il progetto “Agenda 21 Casentino”. La ricerca aveva a suo tempo evidenziato che ogni anno, le oltre 300 aziende casentinesi ( al 90% microimprese da 0 a 5 addetti ), fanno entrare nel territorio circa 2,5 milioni di tonnellate di merci e ne distribuiscono all’esterno circa 1,75 milioni, mentre i flussi interni generati sono pari a circa il 10% di quelli esterni (per un valore di circa 400 mila tonnellate). Incrociando i dati sopra riportati con quelli relativi al trasporto merci per ferrovia effettuato da TFT nel 2005 se ne ricava che solo lo 0,34 per mille delle merci uscenti e lo 0,63 per mille di quelli entranti viaggia per ferrovia, a conferma del netto prevalere dell’autotrasporto, peraltro giudicato molto positivamente dalle aziende intervistate in occasione del presente studio di fattibilità, ma che poi finisce però per intralciare, rallentare e rendere pericoloso il transito, specie dei veicoli leggeri, sulla SR 71 e sulle altre principali vie del Casentino.
Sulla scorta del quadro conoscitivo emergente dall’analisi della mobilità sistematica di tipo privato e di quella legata al settore della logistica (trasporto, stoccaggio e distribuzione delle merci), supportati in ultimo dai risultati dell’indagine conoscitiva condotta presso alcune delle principali realtà produttive del Casentino, gli autori dello studio di fattibilità hanno riconosciuto quale soluzione più efficiente ed efficace per il collegamento stradale verso Nord, pressoché a costi confrontabili con le proposte già avanzate in passato, quella di un nuovo asse stradale diretto attraverso il Pratomagno da Bibbiena al casello autostradale di Incisa..
Il tracciato della nuova ipotesi stradale si sviluppa a sud del Passo della Consuma procedendo da Bibbiena verso Ortignano con adeguamento in sede dell’attuale SP 64, dalla quale si distacca poi per valicare il Pratomagno mediante due tunnel stradali in successione, dopo i quali la nuova viabilità raggiunge l’abitato di Reggello e da qui il casello A1 di Incisa Valdarno. Il superamento delle difficoltà legate al contesto orografico e paesistico-ambientale, implica la realizzazione di due gallerie bidirezionali di lunghezza pari rispettivamente pari a 4000 metri (sotto il Monte Dadi) e 5800 metri (sotto il Monte Acuto).
Dal quadro di confronto tra le possibili soluzioni indicate in passato si evince che grazie al nuovo collegamento proposto si ottengono ancora più significative riduzioni dei tragitti e dei tempi di percorrenza rispetto allo stato attuale. Per esempio rispetto al collegamento attuale Bibbiena – Firenze Sud attraverso la SR 70 della Consuma, si registra una riduzione del percorso di circa 8 km e del 35% del tempo di percorrenza per i veicoli leggeri e del 39% per i mezzi pesanti.
Il costo presunto di costruzione dell’opera, realizzabile in 6 anni, ammonta a circa 260 milioni di euro e dalla simulazione economico-finanziaria si evidenzia che, anche in assenza di pedaggi, l’ammontare dei benefici al momento considerati, anche solo in termini di risparmio di tempo e di riduzione delle spese di usura dei veicoli e di carburante, è in grado di recuperare in soli 22 anni, ovvero in un tempo minore di quello considerato standard per la vita utile prevista (25 anni). Questo prescindendo dai non meno importanti e fondamentali benefici ambientali e sociali di cui godrebbe la collettività (riduzione delle emissioni acustiche e gassose, del tasso d’incidentalità ecc). Lo studio, analizza infine altre interessanti e fattibili forme di reperimento delle risorse finanziarie sul mercato ordinario (project financing) in grado di superare la persistente carenza d’investimenti pubblici nel settore, valutando il cofinanziamento da parte d’imprese interessate alla realizzazione e gestione dell’opera in regime di concessione con l’applicazione di pedaggi in ingresso al tratto dei due trafori.