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Clima, Sarkozy: ‘Irresponsabile abbandonare pacchetto’

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BRUXELLES – "Sarebbe drammatico e irresponsabile abbandonare il pacchetto energia e clima con il pretesto della crisi finanziaria". E' il monito lanciato dal presidente francese Nicolas Sarkozy, presidente di turno dell'Ue, il giorno dopo il duro faccia a faccia tra Italia e Bruxelles sulle misure per la lotta al cambiamento climatico.

Nel corso del suo intervento davanti all'Assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, il presidente ha sottolineato che "la situazione ambientale del mondo non è migliorata siccome c'è la crisi finanziaria. Il pacchetto – ha proseguito – è fondato sulla convinzione che il mondo va incontro alla catastrofe se continua a produrre nelle stesse condizione. Non vedo alcuna argomentazione che mi dica che il mondo va meglio dal punto di vista ambientale solo perché c'è la crisi economica".

Secondo il presidente francese, se non approvasse il pacchetto sulle emissioni, "l'Ue invierebbe il segnale che l'Europa non tiene fede ai suoi impegni, e allore le chance di convincere gli altri sarebbero vicine allo zero". L'Europa, ha detto ancora il presidente francese, parlando con foga, "è all'appuntamento con la storia, lo fallirebbe se ripensassimo i nostri obiettivi e il calendario".

Sarkozy ha comunque fatto delle aperture sul fronte della necessaria 'flessibilità' per trovare un'intesa. "Dobbiamo trovare le vie e i mezzi della flessibilità – ha detto il presidente – rispettando le due linee rosse, il rispetto degli obiettivi e il rispetto del calendario". Comunque, ha proseguito, "abbiamo qualche settimana per convincere un certo numero dei nostri partner di cui comprendo le preoccupazioni. Non si creano le condizioni di compromesso senza comprendere quel che dicono coloro che non sono d'accordo con voi". Rispondendo alle critiche di alcuni europarlamentari che lo hanno accusato di 'colpo di mano', Sarkozy ha poi spiegato però che il pacchetto clima-ambiente dell'Ue sarà regolarmente sottoposto alla procedura della codecisione, il che implica il coinvolgimento del Parlamento europeo

A stemperare i toni, è poi arrivata la decisione della Commissione europea di accogliere la proposta dell'Italia di creare un tavolo tecnico per verificare i costi sul pacchetto clima. Ad annunciarlo Barbara Helfferich, portavoce del commissario all'Ambiente Stavros Dimas a Bruxelles: "Vi saranno effettivamente discussioni tecniche tra le autorità italiane e la Commissione europea, che partiranno la prossima settimana". Sulle modalità e sull'andamento dei lavori la portavoce è stata laconica. "Non potremo sapere come andranno fino a che non avranno cominciato".

Tornando al discorso di Sarkozy, il leader francese ha parlato anche della crisi finanziaria in atto ha esortato ogni paese a "creare un proprio fondo sovrano". "Non vorrei – ha spiegato Sarkozy a Strasburgo – che tra qualche mese i cittadini europei risveglianodsi scoprissero che le società europee appartengono a capitali non europei che hanno acquistato al livello più basso della borsa".

Da qui l'annuncio di una convocazione per novembre di un vertice dei capi di Stato e di Governo a novembre per preparare il summit internazionale sulla riforma del sistema finanziario mondiale concordato dall'Ue e dagli Usa. Sarkozy, ha affermato che "la soluzione più semplice" è coinvolgere oltre al G8 anche le cinque economie emergenti principali. Sarà questo, ha proseguito, riferendosi al summit dell'Asem che venerdì e sabato riunisce a Pechino 43 paesi asiatici ed europei, "l'obiettivo della nostra visita in Cina per convincere le potenze asiatiche di partecipare a questa rifondazione".

Infine per Sarkozy è urgente una risposta europea comune al piano Usa di sostegno all'industria automobilistica. "Seguo con molto interesse il piano americano per l'industria automobilistica – ha dichiarato – 27 miliardi di dollari con tassi a prezzi imbattibili per salvare dal fallimento i tre costruttori americani di automobili. Vorrei che ci si fermi un istante su questo tema in Europa". Ebbene, ha spiegato, "noi domandiamo ai costruttori europei di costruire ora veicoli puliti". Ma non possiamo consentire, ha proseguito, "che l'industria automobilistica si trovi in situazione di distorsione grave di concorrenza con i suoi concorrenti americani". Perché in effetti, ha concluso, "il nostro dovere è che l'Europa possa continuare a costruire navi, aerei, auto, treni, perché l'Europa ha bisogna di industria potente. E per questo la presidenza si batterà".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Aki/Ign