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Consiglio Comunale: Gli atti di indirizzo

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AREZZO – Il consigliere comunale Raffaello Giorgetti (Fi) ha riproposto la dicitura toponomastica “Già del Viva Maria” per la Piazzetta della Madonna del Conforto, per non dimenticare questa storia aretina cancellata solo per motivi ideologici. Molte sono d’altronde le strade che riportano i nomi del passato, a cominciare da Corso Italia e altre strade del centro cittadino. È stato respinto con 18 voti contrari.
Giovanni Pelini (Ps) ha criticato l’appello del Papa sull’obiezione di coscienza per i farmacisti. “La personale coscienza individuale non può ledere la legge italiana in un ambito come quello farmaceutico, legato alla salute dei cittadini. La volontà ecclesiastica non deve interferire con la laicità dello Stato, specie adesso che le varie ondate di immigrati stanno trasformando l’Italia in un paese pluri-confessionale: anche per quest’ultimo aspetto il clericalismo delle gerarchie è retrogrado”. L’atto di indirizzo invita il Sindaco a vigilare sull’azienda farmaceutica affinché la somministrazione di tutti i farmaci sia garantita.
Per Guglielmo Borri (Udc) è “semmai il laicismo il nuovo dogma e la vicenda della Sapienza lo dimostra in tutta la sua portata. L’atto di indirizzo è solo provocatorio e frutto di una cultura che determina una sfilacciamento dello stesso tessuto nazionale fondato sui valori cristiani”.
Luciano Ralli (Pd) ha messo in risalto come le stesse legislazioni dei paesi occidentali sulla pillola “del giorno dopo” sono variegate. Il testo unico delle leggi sanitarie italiane risale al 1934, quando non esistevano pillole abortive. A oggi un farmacista che si rifiuta di fornire un farmaco, sulla base del testo unico, si assume le conseguenze civili e penali della propria obiezione di coscienza”.
Marco Manneschi (Città Aperta) ha parlato di menzogna reiterata per la vicenda della Sapienza sostenuta da quasi tutta la stampa, “dove nessuno ha impedito al papa di parlare e i consiglieri di opposizione sono liberi di travisare i fatti”. Emendamenti integrativi e aggiuntivi all’atto di Pelini sono stati proposti sia da Ralli che da Manneschi.
Giovanni Pelini ha ribadito che “l’appello del papa è grave perché non è rispettoso delle regole e delle istituzioni di questo Stato” e ha fatto propri gli emendamenti dei colleghi.
L’atto d’indirizzo è stata approvato con 17 favorevoli e 8 contrari.