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Contrassegno europeo per disabili, D’Ambra scrive alla CE

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Contrassegno europeo per disabili, D’Ambra scrive alla CE

ITALIA – Il mancato adeguamento della raccomandazione europea nr. 98/376/CE inerente il contrassegno europeo per disabili sembra legato, ad una problematica di carattere legislativo riguardante la legge sulla Privacy e in particolare l’art.74 comma 1 che impedisce l’esposizione di dati sensibili riguardanti la persona ed eventuali simboli che identifichino la specificità del permesso.
L’eliminazione del simbolo, crea non poche difficoltà in quanto le autorità competenti non riescono a distinguere la natura di tale tagliando.
Per cercare di risolvere tale incongruenza legislativa c’è anche chi, come il Dott Luca Faccio, si è rivolto al Garante per la Privacy Prof. Francesco Pizzetti, illustrando la problematica ma purtroppo senza ricevere risposta. Generazione Attiva ha cercato di saperne di più chiedendo direttamente alla Commissione Europea in modo da chiarire le ragioni per cui la raccomandazione europea non ha maggior valenza rispetto alla legge sulla privacy.
Nel disegno di legge Nicolais nr. 1859, sembra sia stato inserito l’art. 20 in cui si chiede di modificare l’art. 74 comma 1 al fine di evitare conflittualità nell’esposizione di dati personali. In seguito alla caduta del Governo Prodi, questo disegno di legge sembra non sia stato approvato, ma le persone disabili, nel caso in cui si trovino all’estero esponendo il contrassegno vigente in Italia, sono passibili di contravvenzione.
Ritenendo che ciò non sia corretto, in quanto l’eventuale multa non è responsabilità del cittadino abbiamo chiesto a Bruxelles come si possa risolvere tale questione.

La risposta della Commissione Europea:

Egregio Sig. D’Ambra,

La ringrazio per la Sua e-mail del 31 gennaio 2008 in cui richiede chiarimenti sul recepimento da parte dell’Italia della raccomandazione 98/376/CE inerente il contrassegno europeo per disabili.

Le comunico che questa raccomandazione non rappresenta uno strumento legalmente vincolante. La raccomandazione 98/376/CE del Consiglio in questione introduce un modello comunitario europeo standardizzato che deve essere reciprocamente riconosciuto attraverso gli Stati membri UE. Tuttavia gli Stati membri sono responsabili per il rilascio del contrassegno e in questo senso le autorità nazionali fanno riferimento alle loro rispettive definizioni di inabilità nonché ad altra legislazione. Definiscono le procedure per la concessione del contrassegno, hanno l’ultima parola sulle informazioni visualizzate e su altre condizioni per l’utilizzo del contrassegno.

L’oggetto della Sua denuncia, perciò, è di competenza delle autorità del governo italiano a livello locale, regionale o nazionale. Le suggerisco di contattarle direttamente chiedendo la soluzione del problema.

Distinti saluti.

Johan TEN GEUZENDAM
Capo unità