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Dichiarazione del Parroco di S. Gemignano

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AREZZO – In riferimento a quanto riportato dalla stampa locale nei giorni scorsi in merito alla vicenda dei locali della parrocchia di S. Gemignano da tempo in comodato al Ceis, in qualità di parroco intendo precisare quanto segue.

1- La Parrocchia di S.Gemignano da più di due anni (giugno 2006) forma una unità pastorale con la Parrocchia di S.Croce, circostanza che ha reso da subito evidente la necessità che tutti i locali di S.Gemignano, compresi quelli da anni in uso gratuito al Ceis, fossero a disposizione della parrocchia per le nuove accresciute esigenze pastorali (catechismo, attività educative e ricreative di vario genere a favore dei ragazzi, dei giovani e degli adulti non più per una, ma per due parrocchie).

2- Perciò, già due anni fa, fu chiesto al Ceis di lasciare i locali; e tuttavia, tenuto conto del carattere socialmente meritorio della sua attività, la Parrocchia, al fine di evitare ogni disagio, chiese alla Diocesi di favorire l'individuazione di una soluzione amichevole della vicenda. La Diocesi, che fin dalla fondazione del Ceis ad Arezzo, è sempre stata benevolmente disponibile a collaborare per la sua preziosa opera sociale, fornendo alcune strutture educative e assicurando l’assistenza spirituale svolta in questi ultimi anni da don Silvano Paggini, offrì al Ceis dei nuovi locali accanto al complesso di S.Sebastiano in Piazza di Murello, in un "punto nevralgico della città", formato da cinque vani con due servizi.
Fu fatto anche un sopralluogo dei locali (al quale era presente anche il presidente del Ceis) e poco tempo dopo ci si accordò per avviare il trasloco, tant'è che furono consegnate le chiavi dei nuovi ambienti al Ceis e si parlò pure di alcuni interventi di manutenzione di poco conto (dato che i locali erano in buono stato) che la Diocesi si offrì di realizzare a proprie spese.
Tuttavia, seguirono alcuni mesi di inerzia, che il Ceis motivò spiegando che stava valutando altre soluzioni (fra le quali, dei locali dell'ex Caserma che il Comune avrebbe loro promesso), assicurando comunque che entro pochi mesi sarebbero stati liberati i locali di S.Gemignano.

3- Nel frattempo, dato che il tetto dei locali della parrocchia in uso al Ceis si trovava in condizioni pessime, tanto da rendere molto pericoloso lo starvi sotto (lo attesta inequivocabilmente la perizia di tecnici competenti e anche le lettere con cui il parroco precedente don Renato Bertini più di una volta, già da anni, intimava il rilascio dei locali anche per questo motivo), mi attivai per avviare le pratiche edilizie necessarie per il restauro del tetto e dell'intero complesso parrocchiale.
Entro pochi mesi giungono sia l'autorizzazione dalla Sovrintendenza e sia il decreto della Conferenza episcopale con cui si concedeva il contributo economico richiesto, con la condizione che i lavori fossero attivati e si concludessero entro un certo termine.
Così, confidando nelle parole date dal Ceis alla Diocesi e tenuto conto che rimaneva sempre aperta l'alternativa dei locali in Piazza di Murello, avendo già fatto la gara d'appalto per scegliere la ditta cui affidare i lavori e considerando l'ampiezza degli interventi da fare, al fine di non perdere il diritto al contributo, abbiamo dato inizio all'opera ed è stato aperto il cantiere.
Per logica i lavori sarebbero dovuti cominciare dal punto più urgente e impegnativo, cioè dal rifacimento del tetto sopra i locali in uso al Ceis, ma dato che quest'ultimo occupa ancora inspiegabilmente i locali si è iniziato dalla parte opposta. Così il cantiere, come tutti possono vedere, è aperto e speriamo che non debba fermarsi, con tutte le conseguenze che questo comporterebbe.

4- Per quanto riguarda il procedimento legale che la Parrocchia ha attivato nei confronti del Ceis desidero chiarire che si è trattato di una scelta dolorosa che abbiamo assunto, nostro malgrado, nel giugno scorso come gesto estremo, dopo che tutti i contatti, gli accordi verbali e le parole date non hanno condotto ad alcun risultato e dopo che una lettera raccomandata dello scorso aprile, resasi necessaria per l'imminente inizio dei lavori, non ha ricevuto alcuna risposta. Non si è trattato, perciò, di un fulmine a ciel sereno e men che meno di una decisione non meditata, bensì necessaria e particolarmente urgente.
D'altra parte, la circostanza che il Presidente del Ceis ha dichiarato in uno dei richiamati interventi sulla stampa di aver trovato locali utili per l'associazione, ci fa sperare che i locali di S. Gemignano saranno presto liberati, sì da consentire anche la chiusura della procedura di sfratto.»

Articlolo scritto da: Il Parroco di San Gemignano