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Dimessa la piccola pakistana colpita da malaria

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Dimessa la piccola pakistana colpita da malaria

E' stata dimessa questa mattina la bambina di venti mesi, di origine pakistana ma residente con la famiglia a Sansepolcro, ricoverata da alcuni giorni nel reparto di pediatria del San Donato, per aver contratto la malaria.
"Le sue condizioni generali di salute sono ottime – hanno affermato i sanitari al momento della dimissione. Allo stesso tempo, non potendo escludere possibili recidive, gli è stata prescritta una specifica terapia e programmato un controllo da effettuarsi tra alcuni giorni".

Come anticipato dalle cronache locali, la bambina era stata ricoverata in ospedale sabato scorso con una sospetta diagnosi di malaria fatta dai sanitari sulla base della sintomatologia (febbre, brividi, anemia). Successivamente, gli esami eseguiti durante il ricovero hanno confermato che si trattava proprio di malaria, più precisamente, di una forma da "plasmodio vivax", la cosiddetta “terzana benigna”, che causa nel modo circa il 40% di tutti i casi di malaria.

La malattia si trasmette da un soggetto ammalato attraverso la puntura di una zanzara del genere anofele, che è necessaria al parassita per il compimento di una parte del proprio ciclo vitale. La quasi totalità dei casi di malaria presenti in Italia sono da importazione da viaggi internazionali, anche se può raramente essere trasmessa direttamente attraverso il sangue (trasfusioni e punture di siringa). In qualche caso l'origine rimane sconosciuta.

Al momento restano ancora ignote le modalità con cui la piccola abbia contratto malattia. Anche i primi esami effettuati sui familiari, non hanno messo in evidenza la presenza di plasmodi. Si esclude, quindi, che i genitori possano essere stati dei "portatori sani".

Allo stesso tempo, anche se la famiglia riferisce di essere sempre rimasta in Italia – essendo originaria di una nazione in cui c'è la malaria ed presente il plasmodio vivax – il Dipartimento di Prevenzione della Ausl sta indagando su possibili spostamenti effettuati in altre parti d'Italia o eventuali contatti che la famiglia potrebbe aver avuto con nuclei di connazionali lì residenti.

Secondo i tecnici della Ausl, al momento attuale è assolutamente da escludere la presenza di un focolaio di malaria nella zona.
A scopo di prevenzione, come si fa sempre in questi casi, è stata comunque eseguita una disinfestazione nella zona di residenza del nucleo familiare.