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Doppio accordo Usl-Rsu aziendale sul piano economico

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AREZZO – L'Azienda Sanitaria non è solo la struttura pubblica destinata a dare risposte sul piano sanitario ai 325.000 residenti e a tutti coloro che per altre ragioni vi si rivolgono. Ma è anche la più grande azienda del territorio. Con i suoi quasi 4.000 dipendenti ha un ruolo di primissimo piano sul fronte della ricaduta economica e sociale. Quattromila famiglia che traggono sostentamento dall'attività svolta da un proprio componente presso questa Azienda.
"Se come amministratori e manager il nostro principale compito è quello di garantire la migliore risposta alle richieste che arrivano dai cittadini sul fronte dell'assistenza sanitaria e sociale – dichiara il Dg. Monica Calamai – altrettanto forte sentiamo l'impegno e il dovere di assicurare un corretto funzionamento dell'azienda in linea con le indicazioni regionali, con attenzione anche alla soddisfazione professionale ed economica del nostro personale. E' un equilibrio difficile, che stiamo perseguendo, anche su questo fronte, con risposte attente e concordate con le rappresentanze sindacali".
Proprio ieri la Direzione Generale della Usl8 e le Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) hanno firmato due accordi, di natura economica e normativa, che interessano complessivamente più di tremila dipendenti (tutto il personale esclusi i medici che fanno riferimento ad altri contratti).
Le parti hanno avvertito l'importanza di dare certezza a tutti i dipendenti sul fronte economico e su quello normativo, proprio in un momento delicato sul piano economico generale e sul riconoscimento anche delle professionalità espresse dal personale stesso, consapevole di svolgere un servizio pubblico di primaria necessità.
La firma dei due accordi, con l'impegno da parte di azienda e sindacati a chiudere entro al fine dell'anno anche la partita delle "posizioni organizzative", assume un valore concreto che da fiducia e certezza al personale, con immancabili positive ricadute sul servizi che tutti offrono ai cittadini.

ACCORDO PER LA "PROGRESSIONE ECONOMICA ORIZZINTALE"
Riguarda direttamente 2.275 dipendenti. Sono personale infermieristico, tecnico, tecnico-sanitario, amministrativo. Partendo dal contratto nazionale di lavoro, Azienda e sindacati si sono trovati di fronte alla volontà di garantire a tutti coloro che ne avevano i requisiti, una progressione cosiddetta "orizzontale". Senza cambiare di livello, uno "scatto" di natura economica. Ma c'era un problema di provenienza delle risorse. Con il milione e mezzo disponibile dal fondo contrattuale non si poteva dare una risposta sufficiente e complessiva. Ed allora ecco l'accordo che trasferisce a questo capitolo di spesa una parte del fondo per la produttività collettiva. Si arriva ad una spesa di un milione e 780 mila euro, capace di generale un aumento medio annuo procapite di 782 euro. Tra l'altro il provvedimento decorre dal primo gennaio scorso. E per l'anno 2.008 sarà pagato in una unica soluzione assieme allo stipendio di gennaio. Poi dallo stesso mese di gennaio questa progressione economica sarà riconosciuta in dodicesimi nella busta paga, ovviamente con effetto anche di natura previdenziale.
Ma sindacati e azienda hanno voluto, con questo accordo, prevedere anche una risposta alle aspettative dei 600 dipendenti del comparto, che non hanno i requisiti automatici per la progressione. E' personale con meno di due anni di anzianità, altro personale, in genere giunto dalle liste di mobilità, che avevano avuto da altre parti benefici maggiori degli aretini, e di personale che è incorso in piccole condanne penali o piccoli procedimenti disciplinari. In questo caso la somma individuata è di 461.000 euro, per 768 euro di media procapite.
Per tutti i 2.875 interessati, una sorta di tredicesima-bis (anche se di minor entità), che aiuterà comunque proprio in una stagione di difficoltà economica generale.

ACCORDO PER IL "CONFERIMENTO DEGLI INCARICHI DI COORDINAMENTO"
In questo caso sindacati e Azienda, guardando agli interessi del personale, ma anche dei cittadini, hanno riscritto le regole di oggi e del futuro per il "conferimento degli incarichi di coordinamento". Si tratta di incarichi di responsabilità operativa, di responsabilità e di gestione, di alta specializzazione all'interno di un'area che non è dirigenziale. Ma sono quelle figure intermedie che trasformano in azioni concrete le linee organizzative generali, il lavoro del personale e il rapporto con i cittadini. Un ganglio vitale della organizzazione sanitaria. La loro è un'attività che ogni giorno è alla prova della funzionalità operativa e che costantemente è monitorata per valutarne appieno le capacità operative. Oggi le nome contrattuali e le leggi di settore prevedono che queste figure abbiano, fra gli altri requisiti, anche quello di un Master universitario di primo livello di management. Un titolo che tra i circa 250 dipendenti che hanno oggi incarichi di coordinamento, magari ricevuti 10-15 anni fa, è posseduto solo da un quarto. Un titolo importante, ma non fondamentale nella operatività quotidiana, quando è ormai la grande esperienza maturata ad aver dato capacità altrimenti irreperibili.
Sindacati ed Azienda hanno quindi stabilito che per gli incarichi oggi non coperti e per i quali saranno presto emessi i bandi, si dovranno appieno rispettare i requisiti, compreso il master universitario e l'esperienza nel profilo professionale di almeno tre anni.
Ma per i quasi duecento coordinatori oggi in essere nell'azienda, in cui mandato era in scadenza, l'accordo prevede, anche senza master universitario, la possibilità del rinnovo per tre anni, ulteriormente prorogabile.
Con questo accordo si scrivono parole di chiarezza che interessano tutta la struttura. Si è fatta la "fotografia" dell'esistente confermando tutte le figure di grande valore professionale, e si sono delineate definitivamente le linee per il futuro.