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Epatite A: due nuovi casi in Valdarno

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Epatite A: due nuovi casi in Valdarno

VALDARNO – Ci sono due nuovi casi di Epatite A in Valdarno. Erano attesi dalle autorità sanitarie che invitano ad evitare allarmismi, ma contemporaneamente a tenere alta la guardia.
I nuovi casi riguardano due maschi in età adulta, uno residente a San Giovanni Valdarno e l'altro a Cavriglia. Entrambi sono stati ricoverati, uno alla Gruccia e l'altro al San Donato di Arezzo.
E' la prima volta che i casi si verificano in persone non residenti nella frazione di Moncioni (comune di Montevarchi), dove il focolaio si è sviluppato ed ha interessato una ventina di persone.
Per questi due nuovi casi si sta compiendo una ricerca epidemiologica per capire se sono derivanti dal primo focolaio di Moncioni oppure no. Il fatto che arrivino nuovi casi è dato per scontato alla Usl. Pur avendo eseguito quasi mille vaccinazioni concentrate nella zona di Moncioni e in altri cittadini che con questa comunità ha rapporti stretti, il tempo di incubazione di sei settimane lascia larghi “margini” di azione al virus su soggetti che ritengono di esser essere estranei al gruppo possibile portatore dell'infezione.

Ecco che arriva l'appello a non abbassare la guardia.
L'azienda sanitaria mette in campo una task force per garantire in questo momento la necessario informazione e per compiere interventi mirati.
La Zona distretto del Valdarno ha attivato uno specifico servizio telefonico, aperto tutti i giorni feriali compreso il sabato dalle 8,30 alle 10,00 e risponde ai numeri 055 9911355 e 055 9911306.
Per le vaccinazioni, fino a quando sarà presente la fase epidemica, operatori sanitari (Assistenti sanitari, Infermieri e Medici di Igiene Pubblica e del Distretto) sono a disposizione dalle 8,30 alle 18,30 presso l’ospedale del Valdarno al punto di vaccinazione del servizio di Igiene Pubblica (tel. 055 9106353 ). Per qualsiasi ulteriore informazione sulle vaccinazioni è possibile telefonare anche allo 055 9106381.
L'Azienda continua a distribuire materiale informativo reperibile adesso anche in tutte le farmacie, con opuscoli chiari realizzati da esperti del Ministero, sui modelli di comportamento da tenere.
Informazioni ed indicazioni particolari sono state fornite a tutti i medici di famiglia e ai pediatri dell'intero Valdarno aretino. Così come ai medici di Continuità assistenziale (cioè la guardia medica) e agli infermieri di Distretto, presenti in Valdarno in tutti i comuni.
In conclusione la Usl conferma che la situazione risulta sostanzialmente sotto controllo, ma essendo un'incubazione lunga fino a sei settimane, non è escluso che ci possono essere ancora nuovi casi, oltre a quelli di San Giovanni e Cavriglia, che sono in grado di emergere entro la fine di luglio e le prime settimane di agosto. Così come, ad ogni nuovo caso di epatite A, si allarga il numero di coloro che nel frattempo possono aver contratto il virus.
Pertanto: tranquillità nel sapere che si tratta di una malattia non grave, ma allo stesso tempo vigilanza e attenzione massima.

Scheda di approfondimento su Epatite A

Che cos’è l’Epatite virale?
E’ una malattia causata da un virus che colpisce il fegato. E’ presente in tutto il mondo.

Come si manifesta?
Dopo un periodo di incubazione di alcune settimane (di solito da 2 a 6 settimane) dall’infezione, si manifesta con la comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea, particolarmente nei confronti del fumo. Dopo qualche giorno compare l’ittero, cioè la presenza di colorito giallognolo della pelle, dovuto all’aumentata concentrazione di bilirubina nel sangue a causa della ridotta funzionalità del fegato. Anche la parte bianca dell’occhio può tendere alla colorazione giallastra. Un altro segno può essere la presenza di urine scure dovuta alla stessa presenza di bilirubina nelle urine. Il decorso è benigno, durata da 2 a 10 settimane, guarisce senza conseguenze, a differenza di altri tipi di epatite (B e C) che possono divenire croniche.

Chi è a rischio?
Tutti possono contrarre l’infezione, ma a maggior rischio sono coloro che si trovano a stretto contatto con persone infette; i bambini e gli anziani non autosufficienti, tossicodipendenti ed omosessuali che possono avere contatti non protetti o curati nell'aspetto della cura della propria igiene.

Misure per evitare l’infezione?
Oltre alla vaccinazione, l’epatite virale A può essere prevenuta adottando corretti comportamenti alimentari che tengano conto di accurate misure igieniche come la cura scrupolosa dell’igiene personale, specie delle mani; una particolare pulizia nella manipolazione di cibi e bevande; con la protezione degli alimenti dagli insetti; lavando accuratamente le verdure e la frutta prima di consumarle; evitando frutti di mare crudi; conservando i cibi in frigo appena cotti se non si consumano subito; non bevendo acqua di pozzo.

Esiste una vaccinazione ?
Si, esiste la vaccinazione antipatite A che protegge da questo tipo di infezione. L’inoculazione del vaccino avviene per via intramuscolare (parte alta del braccio). Dopo la prima dose va somministrata una seconda dose a 6/12 mesi di distanza.

Raccomandazioni a chi è stato interessato dalla epatite A
In linea con alcune indicazioni del Ministero della Salute ai dimessi vengono fatte delle raccomandazioni circa il riposo, una dieta leggera, l'opportunità di evitare consumo di grassi e alcool, favorire condizioni di igiene personale (lavaggio delle mani, asciugamani individuali, evitare la condivisione del letto) e nella preparazione degli alimenti (lavaggio accurato della verdura, sbucciare frutta ecc.), informando altresì sulla possibilità di vaccinare i conviventi con il vaccino antiepatite A.