Home Nazionale Gaza ancora sotto le bombe, no di Israele alla tregua di 48 ore

Gaza ancora sotto le bombe, no di Israele alla tregua di 48 ore

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GAZA – Israele ha respinto la proposta francese di un cessate il fuoco di 48 ore sulla Striscia di Gaza per consentire l'arrivo di aiuti umanitari sul territorio. A riferirlo è il website del quotidiano israeliano 'Haaretz', ricordando che la decisione è stata presa nella riunione ristretta di gabinetto cui hanno partecipato il primo ministro Ehud Olmert, e i ministri della Difesa e degli Esteri, Ehud Barak e Tzipi Livni.

"Israele vuole una soluzione duratura, non una soluzione tampone che può riesplodere nel giro di un mese", lo ha detto Mark Regev, portavoce del premier Ehud Olmert, spiegando che l'offensiva militare non sarà sospesa fino a quando non saranno raggiunti gli obiettivi. "A questo punto – ha aggiunto – riteniamo che sia importante continuare a tenere sotto pressione la macchina militare di Hamas". In precedenza il portavoce del ministero degli Esteri Yigal Palmor aveva definito la proposta francese poco realistica perché "non contiene alcuna garanzia che Hamas fermerà il lancio di razzi".

Ma Israele, ha proseguito Regev, sosterrà e "amplierà gli sforzi umanitari per la popolazione innocente di Gaza", consentendo l'ingresso di 100 camion di aiuti e ricoverando in ospedali israeliani un gran numero di abitanti di Gaza rimasti feriti negli attacchi. In effetti, dopo 4 giorni di attacchi aerei sulla Striscia di Gaza, il primo camion carico di materiale sanitario e di medicine è entrato nella Striscia, e due team di Medici senza frontiere (Msf) stanno visitando i feriti negli ospedali sovraffollati per l'afflusso di persone. Lo rende noto la stessa organizzazione internazionale, da decenni presente nella zona.

Intanto, l'aviazione di Tel Aviv continua con gli attacchi aerei nella Striscia per il quinto giorno consecutivo. Stando a un portavoce militare israeliano, dalla mezzanotte sono stati 35 i raid compiuti. Secondo 'Haaretz' che cita fonti militari, gli obiettivi sono uffici governativi di Gaza. Stando a informazioni palestinesi, durante un bombardamento è morto un uomo e altri due sono rimasti feriti; l'agenzia Ramattan precisa che si trattava dello staff di una squadra di soccorso e che il missile israeliano ha colpito la loro ambulanza.

I bombardamenti hanno parzialmente distrutto anche la barriera di sicurezza al confine con l'Egitto e 500 palestinesi sono fuggiti verso sud. Stando a quanto riferito da fonti della sicurezza locale, 125 fuggitivi sono stati bloccati e rispediti nella Striscia, ma a diversi palestinesi è stato garantito un rifugio da famiglie egiziane residenti nella zona. Il bombardamento notturno che puntava soprattutto alla distruzione dei tunnel tra la Striscia e la penisola del Sinai usati dai contrabbandieri è arrivato fino a 20 chilometri dal confine. Secondo un portavoce della Mezza Luna rossa, dall'inizio dei raid israeliani sabato scorso sono stati soccorsi in Egitto 56 palestinesi feriti.

Proseguono intanto le proteste dei musulmani contro l'offensiva di Israele. Centinaia di islamici indonesiani si sono riuniti davanti all'ambasciata Usa di Giacarta. Numerose manifestazioni di protesta si sono tenute anche in altre città dell'Indonesia, paese che non ha relazioni diplomatiche con Israele. Mentre è giornata di lutto in Libano dove le bandiere sventolano a mezz'asta in diversi uffici governativi di Beirut. Fonti della sicurezza libanese nel sud del Paese hanno riferito che i militari israeliani al di là del confine sono in massima allerta nel timore di possibili attacchi missilistici di militanti palestinesi o di Hezbollah dal Libano.