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Georgia, Russia alla Nato: ”Cooperazione a rischio’

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MOSCA – La Russia ripeterebbe l'operazione in Georgia ''scattata per difendere i suoi cittadini''. E lo rifarebbe malgrado le critiche arrivate a Mosca da tutto il mondo. Parola del presidente russo, Dmitry Medvedev, che non fa marcia indietro e lo ha detto a chiare lettere in un discorso pronunciato di fronte ai veterani della Seconda guerra mondiale a Kursk.
Non solo. La Russia ha anche minacciato di interrompere la sua cooperazione con la Nato se non verranno assunte decisioni "bilanciate e responsabili" nel corso della riunione straordinaria dei 26 ministri degli Esteri dell'Alleanza Atlantica in programma domani a Bruxelles. A lanciare l'avvertimento è stato l'ambasciatore di Mosca presso la Nato, Dmitri Rogozin. ''Oggi abbiamo la seria tentazione di mettere in discussione tutta la nostra cooperazione" ha detto Rogozin. "Tutta la colpa di un'eventuale distruzione dell'attuale sistema di sicurezza del continente europeo sarà di Washington e dei suoi alleati che sostengono Mikheil Saakashvili" ha rincarato il diplomatico, osservando che "l'indipendenza del Kosovo ha aperto un vaso di Pandora e quelle che si stanno verificando nel Caucaso sono le inevitabili conseguenze".
La Russia ha ritirato la sua richiesta di convocare una riunione straordinaria del Consiglio Nato-Russia sulla crisi nel Caucaso perché nell'attuale situazione "un tale incontro non è più pertinente". "Vogliamo prima vedere quali decisioni saranno assunte domani", ha precisato l'ambasciatore Rogozin riferendosi al vertice di domani.
Tutto ciò mentre i russi dicono di aver iniziato a ritirarsi dalla Georgia. Un convoglio di veicoli sarebbe uscito da Tskhinvali, la capitale della regione secessionista dell'Ossezia del Sud, diretto a Vladikavkatz nell'Ossezia del Nord, secondo quanto riporta l'agenzia russa Ria Novosti. La notizia dell'avvio del ritiro è stata confermata anche dal vice capo di Stato maggiore russo, Anatoly Nogovizyn.
A Vladikavkatz, quartier generale del 58esimo reggimento inviato in Georgia, è arrivato anche Medvedev ma i soldati russi in serata si trovavano ancora a presidiare i posti di blocco lungo l'autostrada che attraversa la Georgia da est a ovest tagliandola in due. Anche a Gori non è stato segnalato alcun movimento dei soldati e la strada diretta a Tskhinvali è libera.
Un esponente di spicco dell'amministrazione americana a Bruxelles citato da 'Le Monde' ha espresso preoccupazione per il ritardo dell'inizio del ritiro assicurato ieri da Medvedev a Sarkozy. ''Fino ad ora non abbiamo visto alcun segno. Speriamo che si tratti di un ritardo tecnico per l'attuazione'', ha dichiarato. Intanto il presidente dell'Ossezia del Sud ha sciolto il governo e proclamato lo stato di emergenza. "Ho firmato tre decreti, uno per lo scioglimento del governo, uno per la proclamazione dello stato di emergenza in Ossezia del Sud e un terzo per la creazione di un comitato di emergenza che dovrà gestire le conseguenze dell'aggressione georgiana" ha detto Eduard Kokoity, presidente della regione secessionista, alla televisione russa Vesti-24. Secondo il presidente il governo è stato troppo lento nella distribuzione di aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal conflitto.
Mentre da Washington arriva la notizia che Mosca avrebbe sotto tiro Tbilisi. In un articolo del 'New York Times' che cita fonti dell'amministrazione americana si legge che Mosca ha spostato i lanciatori per missili balistici a corto raggio nell'Ossezia del Sud. Una mossa strategica che mostra la volontà di rafforzare il controllo della regione secessionista.
I russi, spiega il giornale newyorkese, hanno dispiegato diversi lanciatori di missili SS-21 venerdì scorso, cioè un giorno prima che il presidente Medvedev firmasse il cessate il fuoco. Secondo le informazioni di intelligence degli americani, dalle nuove posizioni di lancio a nord di Tskhinvali i missili russi potrebbero raggiungere gran parte della Georgia, compresa la capitale Tbilisi.