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Il gasolio aumenta del 50% e le imprese calano

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Il gasolio aumenta del 50% e le imprese calano

AREZZO – La crisi dell’autotrasporto. Cna chiede la riforma del settore ed il completamento delle grandi infrastrutture Autotrasporto: un settore in crisi. Lo dimostra il numero delle imprese iscritte nell’albo provinciale che ad Arezzo a fine 2007 sono diminuite del 4,3% cioè meno 31 imprese rispetto all’anno precedente, scendendo così al minimo storico da quando esiste questo organismo.
Ma un altro dato dimostra tutta la fragilità del settore e cioè quello che delle imprese iscritte circa il 70% sono ditte individuali spesso con un solo addetto ed un solo veicolo. Nello specifico l’Albo Autotrasportatori di Arezzo aveva 719 imprese iscritte nel 2006 mentre sono rimaste 688 quelle nel 2007.
Ma altri dati, riferiti a scenari regionali e nazionali, confermano che si tratta di una crisi complessiva e non solo locale. Nella nostra regione sono 1.028 le imprese scomparse dal 2004 al 2007 con una diminuzione del 12,2%, mentre nello stesso periodo a livello nazionale si è registrato un calo degli addetti pari al 9,2% per un totale di 33.203 lavoratori in meno.
Alcune ragioni di questa crisi stanno nell’impennata dei costi di gestione che nell’ultimo anno sono aumentati del 9,52% senza ricomprendere in questo dato quello riferito al prezzo del gasolio che invece, da solo, negli ultimi quattro anni ha segnato un incremento che supera abbondantemente il 50%.
Ma proprio dal prezzo del gasolio e da come esso è composto viene una prima concreta indicazione di come sia possibile individuare misure in favore di chi usa il mezzo di trasporto come strumento di lavoro: “Il 51,9% del prezzo alla pompa deriva dal costo industriale – ci dice Mauro Borgogni responsabile provinciale di Cna Fita – mentre il 48,1% è costituito da IVA ed accise”.
Basterebbe quindi un intervento su questa ultima voce per consentire alla categoria di vedersi alleviare un costo divenuto insopportabile.
“La categoria inoltre dice un deciso no – afferma ancora Borgogni – al ventilato provvedimento che tenderebbe a far pagare il pedaggio in alcune superstrade italiane comprese alcune che interessano il nostro territorio.
Alla luce di queste considerazioni, la Fita, cioè la federazione trasporti di Cna, ritiene necessaria una reale riforma del settore, a cominciare dall’obbligo di adozione di contratti scritti, anche come strumento di contenimento dell’intermediazione, riservando la possibilità di stipulare contratti continuativi solo alle imprese in grado di soddisfare le esigenze di trasporto con almeno il 30% con veicoli propri.
“Proponiamo poi di attivare un osservatorio sull’andamento dei costi per il settore e introdurre una tariffa anti-dumping per la tutela della sicurezza da inserire nel contratto di trasporto con la clausola di un aggiornamento obbligatorio se intervengono aumenti di gasolio e costi generali – afferma Mauro Borgogni – da prevedere inoltre l’intensificazione dei controlli soprattutto nei confronti dei vettori stranieri come misura di contrasto alla crescita dell’illegalità e dell’abusivismo e l’attivazione di un tavolo tecnico che definisca le misure finanziarie strutturali a sostegno del settore anticipando anche la revisione degli studi di settore”.
Il disagio del settore è particolarmente sentito anche a livello locale poiché, come sostiene ancora Borgogni “se l’intero paese non brilla per un moderno sistema di infrastrutture per i trasporti, anche nella provincia di Arezzo ci sono ampi margini di miglioramento. E questo è fondamentale perché le infrastrutture sono un fattore determinante per lo sviluppo economico di un territorio e ne influenzano la produttività, l’occupazione, la capacità di produrre reddito, condizionando quindi la qualità della vita delle persone che vi risiedono. Vanno pertanto realizzati alcuni importanti interventi come la terza corsia autostradale, il completamento della E/78 Grosseto Fano, l’adeguamento e il prolungamento fino a Mestre della E/45 Orte Ravenna ed il completamento dell’interporto di Arezzo”.
“La categoria è in forte sofferenza – conclude Borgogni – ma pronta a forme di lotta anche incisive per garantirsi un futuro migliore e come dimostra il recente passato è in grado di farlo, tutti dovrebbero essere quindi impegnati ad evitare al Paese una prova così dura.”