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‘Impressioni d’Effimero’ di Mirko Coleschi

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AREZZO – Dei cinque sensi che l'uomo ha per adattarsi al mondo, indiscutibilmente l'udito è quello che Mirko Coleschi reputa il principale. Il suono è infatti elemento preponderante di questa raccolta, verbo che si ripete spesso e volentieri, diventando tramite di comunicazione: non è infatti un ruolo marginale quello del suono perché suo è il compito di portare la parola. In questo senso il suono si fa ponte tra colui che parla e chi invece ascolta, o, in altro modo, tra autore e lettore. Se l'aspetto sonoro ha una rilevanza concettuale così forte, essa si riflette sulla poesia come una particolare attenzione alle figure di suono, che non di rado affiorano nel testo.

Colpisce inoltre per la sua particolare delicatezza che si ripercuote in ogni aspetto, tematico, ritmico, semantico, che dà adito a riflettere sull'effettiva necessità di alzare la voce in un mondo in cui si mescolano le urla creando un tappeto di rumore. La voce pacata di Mirko Coleschi sembra invece voler ribadire che è la dolcezza la vera espressione di carattere, perché solo chi sa quel che dice usa parole che tutti comprendono.

Mirko Coleschi è nato il 28 luglio del 1983 ad Arezzo. Dopo gli studi presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell'Università di Bologna, ha pubblicato diversi saggi di cultura e politica europea. Con uno di questi, dal titolo Il ruolo e le sfide alla traduzione in un'Unione Europea allargata composta da 25 membri, ha vinto il concorso "Multilinguisme à tout prix" indetto dal Centro di Traduzione degli organismi dell'Unione Europea. Si occupa inoltre di arte visiva e ha esposto una sua opera testuale-pittorica alla mostra dal titolo Però Piero dedicata a Piero della Francesca presso la Galleria d'arte contemporanea di Arezzo.