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Incentivi per il commercio di prodotti locali e spesa sfusa

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Incentivi per il commercio di prodotti locali e spesa sfusa

Incentivare il consumo consapevole ed il commercio di prodotti locali e con la modalità della spesa sfusa. E’ questo l’obiettivo della provincia di Arezzo che, con un provvedimento approvato ieri dalla Giunta, ha disposto l’erogazione di contributi per favorire la nascita o la riconversione di esercizi commerciali di vicinato che svolgeranno vendita in modalità della spesa sfusa e di alimentari prodotti localmente. "Il progetto – spiega l’Assessore provinciale al commercio Gabriella Cecchi – prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto ed è rivolto ad esercizi commerciali che abbiano una superficie di vendita non superiore a 150 mq. nei Comuni con popolazione inferiore a 10.000 ed a 250 mq. nei Comuni con popolazione superiore che adotteranno come elemento distintivo le modalità della spesa sfusa e della vendita di alimentari prodotti localmente. Con esercizi commerciali in modalità spesa sfusa si intendono quei punti vendita che consentono, in tutto o in parte, la vendita e l’acquisto di prodotti non confezionati quali caffè, pasta, riso, zucchero, legumi, spezie, dolci, biscotti, in quantità variabili a peso, numero o misura, secondo le necessità del cliente. L’esercizio dovrà quindi essere dotato di appositi erogatori ‘a vista’, idonei al contatto con gli alimenti e alla loro conservazione e potrà avere anche erogatori per la vendita a misura di latte e di detersivi liquidi o in polvere. Presso l’esercizio sarà dunque consentito acquistare generi alimentari e non alimentari in assenza di confezionamento fornendo, se richiesto, sacchetti per l’acquisto dei prodotti in materiali che siano compostabili e biodegradabili. Questa tipologia di punto vendita consente una diminuzione dell’impatto ambientale provocato dall’eccesso di imballaggi che caratterizza la catena della distribuzione alimentare e non alimentare, il contenimento dei costi per i generi venduti a peso, numero o misura, per la parte determinata dai materiali e dalle operazioni di confezionamento, quantificabile attorno al 30%, e l’acquisto, da parte del cliente, della quantità di prodotto effettivamente necessaria al consumo individuale o familiare. La seconda modalità di vendita che incentiviamo – prosegue l’Assessore Cecchi – è quella di alimentari prodotti localmente, intendendo prodotti di stagione dei quali non è necessario il trasporto per migliaia di chilometri. Sotto il profilo economico, ciò favorisce sia le aziende agricole locali, i cui livelli di produzione possono essere sostenuti significativamente da un maggior numero di consumatori della stessa zona, sia gli stessi consumatori a cui sono proposti alimenti freschi e di sicura origine. Nel loro prezzo è largamente abbattuta la quota determinata dai costi di gasolio e benzina, la cui incidenza aumenta nel caso di trasporto delle merci a lunga distanza. Vino, olio, salumi, formaggi, latte, frutta, verdura ed altri vegetali, quali fiori e piante ornamentali, sono i prodotti che più frequentemente consentono questa tipologia di vendita. Per il nostro progetto rientrano nella tipologia i prodotti coltivati e allevati entro l’ambito provinciale e comunque entro un raggio di 50 chilometri dal punto di vendita". Una volta lanciata l’idea, come prima Provincia a livello nazionale, adesso comincia la fase del confronto con le categorie. "Ci prendiamo quattro settimane di tempo per parlare con le associazioni di categoria, in particolare con quelle del commercio, per arrivare poi a predisporre il bando, anche sulla base di questo confronto, entro la fine del mese di settembre", conclude l’Assessore provinciale al commercio Gabriella Cecchi.