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La Cina respinge le accuse di violazione dei diritti umani

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PECHINO – Non c'è pace tra il governo cinese e Amnesty International. Dopo un rapporto dell'associazione, impegnata da 47 anni nella difesa dei diritti umani, che accusa Pechino di non avere fatto un solo passo avanti in questa direzione. E documenta l'uso della ''rieducazione attraverso il lavoro'', la soppressione dei diritti degli attivisti e dei giornalisti e la carcerazione arbitraria. Ma il ministro degli Esteri cinese attacca: il rapporto dimostra che l'associazione ci guarda attraverso un paio di ''occhiali sporchi''. E afferma che chi ha capito la Cina non approva il documento di Amnesty.
Li Jianchao, portavoce del ministro degli Esteri, spiega alla Bbc: ''Spero che Amnesty International si tolga gli 'occhiali sporchi' che indossa da anni e guardi alla Cina in maniera obiettiva e più costruttiva''.
Anche la Società Cinese per gli Studi sui Diritti Umani, che ha parecchi collegamenti con il governo di Pechino, respinge le accuse del rapporto di Amnesty. La portavoce Xiong Lei ha dichiarato alla Bbc: ''Sappiamo di avere qualche problema, ma lo stiamo risolvendo e la situazione dei diritti umani migliora giorno dopo giorno''. E aggiunge che la Cina, da quando le sono stati assegnati i giochi olimpici, ha fatto propri i valori di dignità umana tradizionalmente associati alle Olimpiadi.
Amnesty però, nel suo rapporto intitolato 'The Olimpics Countdown: Broken Promises', dice esattamente l'opposto: proprio in vista delle Olimpiadi la situazione è peggiorata, con giornalisti e attivisti imprigionati, gente lasciata senza case, siti web censurati e bloccati, carcerazioni e lavori forzati aumentati. L'associazione fa i nomi di diversi attivisti messi a tacere dal governo di Pechino durante i preparativi dei Giochi. E lancia un appello ai leader della terra affinché non li dimentichino. ''La loro presenza ala cerimonia inaugurale potrebbe essere interpretata dal governo cinese come un tacito assenso alle violazioni dei diritti umani perpetrate nella fase di preparazione delle Olimpiadi''.
Sicuramente saranno presenti alla cerimonia dell'8 agosto il presidente Usa, George W. Bush, e quello francese Nicolas Sarkozy. Il premier Silvio Berlusconi non ha ancora sciolto la riserva, anche se ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Rocco Crimi, ha fatto sapere che il Cavaliere vorrebbe partecipare per ''essere vicino agli azzurri''. Saranno invece assenti il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il primo ministro canadese, Stephen Harper. Presente, ma soltanto alla cerimonia di chiusura, il premier britannico Gordon Brown, in qualità di leader del paese che ospiterà i prossimi Giochi.