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La Minerva torna con le sue ‘Sorelle’

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La Minerva torna con le sue ‘Sorelle’

AREZZO – La Minerva torna a casa. Ospite nella Sala Vasari della ex Corte d’Assise in piazza del Praticino. Inaugurazione il 18 luglio ed apertura al pubblico dal giorno successivo fino al 6 gennaio 2009. “Giunge al termine di un complesso restauro e di nuovi studi sulle sue origini” ha affermato l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo, Camillo Brezzi. “Un restauro – ha precisato il professor Vincenzo Saladino dell’Università di Firenze – che ha restituito una visione più pura dell’opera e più vicina all’originale. E che ci ha consentito di confermare che non siamo di fronte ad una fusione romana ma che la statua è di età ellenistica”. Rimangono molti elementi di incertezza anche se il lavoro svolto in questi anni ha consentito di introdurre altri elementi nella “carta d’identità” della Minerva. “Il luogo del ritrovamento nel 1541 è certo – ha confermato Silvia Vilucchi, della Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana. E’ stata rinvenuto nel ‘monticello’ di San Lorenzo nella zona Colcitrone do Arezzo. Ma non abbiamo la certezza che fosse all’interno di un tempio. Scavi recenti ci orientano invece verso una domus romana, di sei ambienti e con decorazioni di notevole livello. Possiamo anche precisare che non fu trovata in un pozzo ma nel corso di scavi per la realizzazione del pozzo stesso”.
Il lavoro di restauro è stato particolarmente complesso. “E doveroso – ha precisato la Soprintendente Fulvia Lo Schiavo. Il sostegno ligneo della Minerva era completamente marcio e stava facendo collassare i pezzi della statua l’uno sull’altro”.
La mostra nella ex Corte d’Assise è articolata in tre sezioni: “la prima – ha annunciato il professor Giandomenico De Tommaso dell’Università di Firenze – presenta la Minerva ed una serie di “sorelle”, cioè di repliche del tipo Atena Vescovali. Quindi il lungo lavoro di restauro. Le altre sezioni presentano il luogo del ritrovamento. L’ultima ricostruisce lo scrittoio di Cosimo I dove il bronzo venne collocato subito dopo il suo ritrovamento e prima di essere trasferito nel braccio di mezzogiorno degli Uffizi”.
Per Arezzo il ritorno della Minerva è l’evento culturale dell’anno. Lo ha confermato il Sindaco Giuseppe Fanfani: “lavoriamo per costruire un senso di continuità alle iniziative. Dopo il successo di Piero della Francesca ed in attesa dei Della Robbia ed in vista del Vasari, ecco la mostra della Minerva, che rappresenta un segno dell’identità culturale di Arezzo”. Sul possibile ritorno definitivo del bronzo, il Sindaco non si è sbilanciato: “per ora viviamola come il genitore vive il ritorno a casa di un figlio che, ormai adulto, abita altrove. Godiamoci il suo rientro”.
E sarà proprio un’occasione di festa. L’assessore provinciale alla cultura, Emanuela Caroti, ha infatti ricordato come l’apertura notturna della mostra il 18 luglio, sarà uno degli eventi della Notte Rosa: “la Minerva rappresenta anche la bellezza femminile ed è simbolo del protagonismo femminile nella cultura. E per quanto riguarda Arezzo, con la Chimera è simbolo dell’identità del popolo aretino”.
La mostra verrà inaugurata il 18 luglio alle ore 18. L’iniziativa è di Comune di Arezzo e Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, di Provincia di Arezzo, Camera di Commercio e Banca Etruria. Hanno collaborato Università di Siena, Fraternita dei Laici, Fiera Antiquaria, Coingas e Bucci. Il coordinamento generale della mostra è del Centro Promozioni e Servizi.

NOTE
Il 19 di luglio 2008, presso la sala Vasari in Piazza del Praticino ad Arezzo, s’inaugurerà la mostra dedicata al restauro della statua della Minerva, nota come La Minerva di Arezzo.
Uno dei grandi bronzi antichi che si pensa risalga al III sec.a.C., raffigurante Minerva, rinvenuto nel 1541 nell’area della chiesa di San Lorenzo in Arezzo, fu successivamente acquistato dal granduca Cosimo I, che lo espose a partire dal 1558 nel suo scrittoio di Palazzo Vecchio.
Il restauro, durato otto anni e condotto con approfondite ricerche e analisi e una chiara cronologia degli interventi precedenti, ha permesso di appurare che si tratta di un originale e non di un monumento di età romana imperiale.
I dati emersi hanno inoltre evidenziato la stretta relazione della Minerva, eseguita con l’utilizzo della tecnica della fusione diretta e pertanto ricondotta a fabbrica italica , con un modello risalente al IV sec.a.C. riferibile allo scultore greco Prassitele.
La Minerva, oggi in mostra, indossa una veste dalla stoffa pesante (peplo) con sopra una piccola egida (una corazza di pelle di capra con maschera di Gorgone al centro) e un mantello (himation) più leggero, le cui pieghe, ampie ed aderenti sul corpo, si fanno più mosse sul ventre e sul lato sinistro della figura dove convergono verso la mano poggiata con il dorso sul fianco, scendendo quasi a formare un ventaglio.
La mostra è articolata in tre sezioni:
la prima presenta la Minerva di Arezzo affiancata da numerose repliche del tipo dell’Atena Vescovali a cui è riconducibile.
La seconda sezione illustra i dati archeologici relativi all’area di ritrovamento: la domus di età romana che sorgeva nell’area della chiesa di San Lorenzo con al suo interno mosaici, affreschi e bronzetti, oggetti che evidenziano, anche a livello privato, una notevole ricchezza della città di Arretium.
La terza parte della mostra è dedicata al complesso restauro del bronzo: le diverse fasi e il delicato intervento pluriennale che ha permesso la rilettura dell’opera.
Una sezione conclusiva presenta la ricostruzione evocativa dello scrittoio di Calliope a Palazzo Vecchio dove Cosimo I collocò la Minerva di Arezzo.

La Minerva di Arezzo, sala del Vasari, Piazza del Praticino, Arezzo.
www.laminervadiarezzo.it
Fino al 6 gennaio 2009
Orari, fino ad ottobre, tutti i giorni 10/20; da novembre, tutti i giorni 10/19.