Home Nazionale La Russia bombarda Tblisi: ‘Li costringeremo alla pace’

La Russia bombarda Tblisi: ‘Li costringeremo alla pace’

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TBLISI – Si è spostato su Tblisi il conflitto tra Georgia e Russia sull'Ossezia del Sud. Caccia di Mosca hanno bombardato oggi la capitale, dove gli edifici governativi e il Parlamento sono stati evacuati. Secondo l'accusa del segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale georgiano, Alexander Lomaia, le forze russe stanno concentrando i loro attacchi contro le infrastrutture economiche della repubblica, tra cui il porto di Poti, il più grande sul Mar Nero, e la principale strada di collegamento che unisce la parte meridionale della Georgia con le zone orientali l'aeroporto.
L'invio di truppe russe nell'Ossezia del Sud rientra in un'operazione tesa a riportare la pace e a proteggere i civili, ha chiarito il presidente Dmitry Medvedev, dopo un incontro con il ministro della Difesa Anatoly Serdyukov e con il capo dello Stato maggiore Nikolai Makarov convocato per avere un aggiornamento della situazione. "I nostri peacekeeper e le unità di rinforzo stanno attualmente conducendo un'operazione per costringere la parte georgiana ad accettare la pace – ha detto il presidente – I peacekeeper sono anche responsabili della protezione della popolazione: questo è quello che stiamo facendo adesso".
Intanto, secondo fonti del governo dell'Ossezia del Sud, le forze georgiane hanno lanciato questa mattina una serie di attacchi a colpi d'artigliera contro Tskhinvali, di cui sostengono avere il controllo. Immediata la risposta delle forze russe, che hanno inviato le unità della 58ma armata e hanno esteso i bombardamenti ad altre aree al di fuori della regione separatista in quella che Tblisi ha definito "una vera e propria invasione militare". Un portavoce del ministero degli Interni ha riferito che uno degli attacchi è avvenuto nei pressi dell'oleodotto Baku-Tblisi-Ceyhan, che trasporta in Europa il petrolio del Caspio. Mentre il colonnello Igor Konashnekov, del comando della fanteria russa ha dato notizia della morte di altri tre 'caschi blu' russi la notte scorsa, portando a 15 il numero delle vittime del contingente.
Sono invece 1.500 le persone rimaste uccise nell'offensiva delle forze georgiane nell'Ossezia del Sud. Lo ha denunciato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, secondo cui la cifra delle vittime potrebbe aumentare ancora. I numeri forniti dal capo della diplomazia di Mosca confermano quanto riferito ieri dal presidente della regione separatista, Eduard Kokoity, secondo cui i morti sarebbero 1.400.
Sul fronte diplomatico, per la seconda volta in 24 ore, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a trovare un accordo per chiedere un cessate il fuoco immediato a Russia e Georgia. "Alcuni Paesi membri del Consiglio hanno chiesto più tempo – ha spiegato l'ambasciatore belga all'Onu, Jan Grauls, presidente di turno del Consiglio – Questi negoziati non si sono interrotti stanotte e riprenderanno oggi". Secondo fonti diplomatiche, la bozza di dichiarazione messa a punto dal Belgio chiede alle parti di "mostrare moderazione e di astenersi da ogni ulteriori atto di violenza o di forza", espressioni che non bastano alla Russia, che pretende "il ripristino dello status quo ante" agli scontri delle ultime ore.