Home Sport La torcia attraversa Pechino. Protesta pro Tibet: 4 arresti

La torcia attraversa Pechino. Protesta pro Tibet: 4 arresti

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PECHINO – Tra imponenti misure di sicurezza è cominciata a Pechino l'ultima tappa del viaggio della fiaccola olimpica. La torcia, partita dalla Città proibita, percorrerà per 3 giorni le strade della capitale, prima di arrivare venerdì sera allo stadio Olimpico dove è in programma la cerimonia di apertura dei Giochi.
Il primo dei 433 tedofori impegnati oggi è stato Yang Liwei, il primo astronauta cinese ad effettuare un volo spaziale. Poco dopo, l'onore è toccato anche a Yao Ming, stella della Nazionale di basket.
Da oggi fino a venerdì saranno 841 i tedofori in azione. Domani, in particolare, 268 persone copriranno 14,5 km in 3 ore. Venerdì, infine, chiusura con gli ultimi 140 prescelti che porteranno il fuoco olimpico lungo 7,9 km.
Intanto, 2 americani e 2 britannici sono stati arrestati questa mattina a Pechino per aver issato due striscioni inneggianti ad un Tibet libero. I quattro – 3 uomini e una donna – appartengono al gruppo 'Studenti per un Tibet libero', con base negli Stati Uniti. Poco prima delle 06.00 del mattino (ora locale), i 2 britannici, entrambe uomini, si sono arrampicati su due alti lampioni presso lo stadio nazionale, noto come il 'nido d'uccello', e hanno steso due striscioni con le scritte: "Un mondo. Un sogno. Tibet libero", e "Tibet libero". Quando sono scesi, la polizia ha identificato i quattro e li ha arrestati. La rete televisiva americana Abc, che ha mostrato le immagini di uno striscione, ha riferito che l'arresto si è svolto senza violenze e che i quattro non sono stati ammanettati. Subito dopo sono arrivati camion di pompieri che ha rimosso rapidamente gli striscioni.
Uno dei manifestanti, che si è identificato come Ian di Edimburgo, ha parlato via telefono cellulare con la Abc mentre scendeva dal lampione. "Verrò probabilmente arrestato dalla polizia ed espulso dal Paese – ha detto – ma è nulla in confronto ai rischi che affrontano i tibetani sotto l'occupazione cinese". I quattro erano in Cina con un visto turistico.