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Libano, Schifani in visita ai militari italiani

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Libano, Schifani in visita ai militari italiani

LIBANO – Il presidente del Senato, Renato Schifani, si è recato oggi in Libano per portare gli auguri ai militari italiani impegnati nella missione Unifil. Schifani è giunto alla base di Shamaa, dove sono impiegati i soldati della brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli comandati dal generale Flaviano Godio. La base di Shamaa si trova nella zona meridionale del Libano non distante dalla linea blu e vicina a Naqoura, sede del comando generale della missione Unifil guidata dal generale italiano Claudio Graziano. La missione Onu Unifil, rafforzata nel 2006, vede impegnati circa 10mila militari di molte nazioni.

In Libano il presidente del Senato ha voluto sottolineare che i soldati italiani impegnati nelle missioni internazionali sono "portatori di pace e non di guerra, protagonisti di presenze coraggiose in territori difficili", missioni sulle quali ''mai il Parlamento si è diviso e confido che mai si dividerà''.

"E' con grande piacere – ha rimarcato – che sono qui con voi oggi per portarvi il saluto mio personale e di tutto il Senato nel giorno che precede la festa del Natale. Questo nostro incontro non vuole avere in alcun modo un carattere rituale, ma soltanto esprimere quei sentimenti di riconoscenza e di apprezzamento per il lavoro che quotidianamente svolgete in una delle zone politicamente e militarmente più delicate dello scacchiere internazionale".

"A questi sentimenti – ha poi aggiunto – si aggiunge il nostro ringraziamento. Non solo per l'alta professionalità con la quale tutti voi svolgete la vostra missione, ma anche per la serenità, la dignità e il coraggio con il quale quotidianamente vi comportate. Siete portatori di pace e non di guerra. Protagonisti di presenze coraggiose in territori difficili e proprio per questo il nostro grazie non compenserà mai il nostro debito di gratitudine nei confronti di tutti voi".

"Questi sentimenti – ha osservato – non sono solo miei e del Senato. Sono stati più volte espressi, anche con grande calore, da tanti nostri concittadini, che intorno alle forze armate si trovano uniti a celebrare quei valori iscritti nella nostra Carta costituzionale e da tutti condivisi".

"Per questo, la nostra presenza alla vigilia del Natale, un momento questo in cui più forte può essere in voi la nostalgia per il vostro Paese e la vostra famiglia, vuole essere un segno di vicinanza , affetto e apprezzamento. Consentitemi – ha proseguito Schifani – di estendere questi sentimenti anche ai vostri compagni d'arme che in questo momento si trovano, su mandato del Parlamento e del governo, e in ossequio alle richieste della comunità internazionale, in altre zone delicate del mondo. Sono zone in cui la vostra professionalità, la vostra abnegazione, il vostro sacrificio, e questo lo dobbiamo ricordare con forza, sono per le popolazioni colpite dalla guerra e dal terrorismo, elemento di sicurezza e speranza. Grazie a tutti voi, grazie a tutti coloro che sono in questa giornata significativa portatori di pace".

E, ai cronisti che gli chiedevano se l'Italia è disponibile a rafforzare il suo impegno in Afghanistan, la seconda carica dello Stato ha risposto che questa è "una valutazione esclusivamente politica che spetta al governo, non al presidente del Senato", ma "se il governo farà questa proposta e il Parlamento sarà chiamato a pronunciarsi, ritengo che il Parlamento farà la propria parte".

Il generale Graziano da parte sua, dicendosi ''ottimista'' su un ''esito positivo" di una missione ''lunga e complessa'', ha ricordato che "in questo momento la minaccia principale non è hezbollah ma il terrorismo internazionale che potrebbe essere tentato di attaccare le forze che portano la pace come Unifil".

Nella base di Shamaa il presidente del Senato ha ricevuto un'accoglienza calorosa dai nostri militari con i quali ha pranzato. Al termine del pranzo Schifani si è alzato in piedi con il bicchiere in mano proponendo un brindisi. Subito i soldati hanno risposto facendo saltare i tappi delle bottiglie di spumante. Poi è iniziato il coro 'Italia, Italia' e un lungo applauso ha salutato Schifani. Prima del congedo i militari hanno tributato al presidente del Senato gli onori militari.