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Mercato dell’avorio, via libera alla vendita alla Cina

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GINEVRA – La Cina accettata come 'trading partner' per il commercio dell'avorio. Questa la decisione maturata in seno al comitato permanente della Cites che si è riunito a Ginevra, l'organismo delle Nazioni Unite che dal 1973 vigila sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione.
Lo ha dichiarato all'ADNKRONOS il funzionario del Ministero dell'Ambiente Marco Valentini, che ha partecipato ai lavori. "Con nove voti favorevoli, quattro contrari e due astenuti – ha spiegato Valentini – il comitato permanente della Cites ha ammesso la Cina, ora accanto al Giappone, all'acquisto di avorio dopo l'esibizione, da parte delle autorità di Pechino, di misure che provano la tracciabilita' del materiale".
La Cina quindi "potrà acquistare – ha continuato Valentini – circa 150 tonnellate del prezioso materiale da Sudafrica, Namibia, Zimbabwe e Botswana, proveniente da stock preesistenti di animali deceduti per morte naturale, oltre a quello raccolto fino al febbraio 2007, anno in cui è stata imposta una moratoria per nove anni. L'avorio potrà essere venduto esclusivamente in stock unici, ovvero non al dettaglio e non potrà essere rivenduto all'estero ma solo per il mercato interno".
Le autorità di Pechino si erano viste negare l'autorizzazione all'acquisto fino al 2007. Dal 2005, tuttavia, una missione del segretariato Cites ha avviato una serie di controlli interni in Cina per verificare se, dall'iniziale esclusione, nell'99, ci fossero stati dei miglioramenti sul piano della tracciabilità delle specie protette.