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Moda, design, oro per rilanciare l’area dell’ex Cadorna

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Moda, design, oro per rilanciare l’area dell’ex Cadorna

Gli artigiani approvano e rilanciano il progetto del Sindaco Fanfani per recuperare l’area Cadorna e propongono l’intervento collettivo di più imprenditori per portare al posto delle caserme l’artigianato e l’eccellenza della moda. Il progetto di recupero dell’area Cadorna prevede un investimento complessivo di 100 milioni di euro per una volumetria di 80.000 metri cubi dove troveranno collocazione vetrine, negozi, laboratori, uffici e appartamenti. In più un camminamento coperto che dal parcheggio Baldaccio porta diritto in centro attraverso la nuova Piazza Cadorna.
In tutto questo gli artigiani vogliono fare la loro parte e pensano ad una galleria commerciale nella quale vengano privilegiati la moda, lo stile e i gioielli made in Arezzo, come in outlet a cielo aperto. L’idea è stata definita al termine di una lunga riunione che si è chiusa a notte inoltrata con l’unanimità dei voti del direttivo dell’area aretina di CNA. L’organo, presieduto da Andrea Sereni, ha visto gli interventi di numerosi artigiani tutti interessati e determinati a valorizzare al massimo un’area considerata strategica per il futuro assetto urbano. “La ricetta è semplice – esordisce Sereni – nel nuovo porticato e negli edifici del progetto troveranno posto attività e negozi che proporranno design, moda, oreficeria e servizi alla persona. In pratica tutto quello che fa styling e che ha reso Arezzo famosa nel mondo.”.
CNA Arezzo nei giorni scorsi aveva proposto di realizzare in una delle palazzine della ex caserma un centro avanzato di formazione per l’oreficeria dove avrebbero potuto trovare posto una scuola superiore di design, il Polimoda e la Scuola Orafa di Arezzo. Sempre nella stessa palazzina poteva essere esposta l’eccellenza dell’oreficeria, quella che ha segnato la storia produttiva di Arezzo dagli anni ’60 ad oggi.
“Ma CNA vuole andare oltre – prosegue Sereni – e contraddistinguere l’area per il fashion attraendo turisti, compratori e studiosi di design da tutto il mondo; con l’università di Siena che potrebbe svolgere la sua parte. Accanto ai negozi di moda e abbigliamento le imprese aretine di produzione potranno esporre e vendere i loro gioielli con acconciatori e stilisti che caratterizzerebbero l’area per il fashion.”.
Claudio Vestri, acconciatore e rappresentante di CNA nel centro storico sostiene il progetto: “il Sindaco fa bene a pensare in grande: l’area Cadorna rivestirà un ruolo di assoluta importanza per l’Arezzo di domani e se necessario gli artigiani si potranno organizzare in gruppi o cordate per investire e portare all’interno delle gallerie commerciali il meglio della produzione stilistica aretina. L’errore che bisogna evitare in simili progetti è quello di creare un’area che poi non venga vissuta dalla gente: deve essere creata per la città e al servizio delle persone. La piazza potrebbe diventare il ritrovo di giovani e di turisti grazie anche alla realizzazione di bistrot e locali che la renderebbero viva e frequentata anche in inverno. Accanto ai bistrot andrebbero realizzate botteghe artigiane qualificate: mobili e oggetti restaurati, le camice, i tessuti, gli abiti, gli accessori, le calzature, l’oreficeria, il vetro lavorato e tutti gli articoli esclusivi realizzati nel territorio che possano attrarre il turista”.
“Accanto alla scuola del design e ai corsi specialistici per orafi – interviene Luca Bichi, presidente di CNA servizi alla persona – stiamo pensando ad un’area attrezzata dove formare giovani acconciatori e specializzare parrucchieri e stilisti del capello. Siamo da anni alla ricerca dei locali adatti da attrezzare e il nostro pensiero va all’area Cadorna, magari vicino alla palazzina dove vorremmo fosse collocata la formazione per orafi”.
Un invito a porre l’attenzione sulle dimensioni del progetto viene da Franco Romagnoli, ingegnere e consulente d’impresa, che accanto agli obiettivi del progetto pone le modalità per realizzarlo: “Se il progetto resta unico ed escludiamo cordate di imprenditori sono poche le imprese del territorio in grado di realizzarlo. Per aumentare al massimo le ricadute di un simile cantiere sulla città potrebbe essere funzionale dividerlo in piccoli lotti dando la possibilità anche alle imprese aretine di accedere al bando”.