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Musharraf annuncia: ‘Mi dimetto’

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ISLAMABAD – Pervez Musharraf ha annunciato che si dimetterà dalla presidenza in un discorso in cui ha difeso il suo operato e "negato totalmente" ogni accusa che è stata mossa contro di lui. "La mia coscienza è a posto" ha detto il presidente spiegando di aver preso la decisione per evitare al paese di attraversare il trauma dell'impeachment.
Nei 45 minuti di discorso pronunciato in diretta televisiva alla nazione, Musharraf si è innanzitutto difeso dalle accuse di aver violato la costituzione che gli sono state mosse dalla coalizione di governo. "Hanno mosso contro di me accuse false, le nego totalmente", ha detto aggiungendo, "vogliono danneggiare me, ma faranno del male al paese". Ma l'intero discorso del presidente pachistano è stata una difesa del suo operato compreso il suo colpo di stato del 1999 fatto, secondo Musharraf, per difendere il paese. Il presidente, quindi, dopo aver elencato i risultati economici riportati dal suo paese nei nove anni di governo, ha concluso dicendo: "Sono pronto a sacrificarmi per il Pakistan" ribadendo come intenda servire il paese "fino alla morte". Dopodiché l'annuncio delle dimissioni.
In base alla costituzione pachistana, in seguito alle dimissioni di Musharraf, l'incarico passa ad interim al presidente del Parlamento Mian Mohammad Somro: l'elezione del nuovo capo dello Stato spetta alla stessa Assemblea che dovrà riunirsi entro 30 giorni.
Intanto, subito dopo l'annuncio choc – anche se in parte atteso dall'opinione pubblica pachistana – si moltiplicano le voci sull'immediato futuro del presidente dimissionario. Fonti citate dal quotidiano 'Pak Times' riferiscono di un accordo per consentire a Musharraf di risiedere in un palazzo delle forze armate a Rawalpindi per un breve periodo di tempo.
Inoltre, fonti locali riferiscono di un velivolo dell'aeronautica militare saudita fermo all'aeroporto militare di Chaklala. Nonostante le smentite, la notizia sembra rafforzare l'ipotesi di una mediazione saudita per assicurare a Musharraf l'immunità dopo le dimissioni. Riad potrebbe essere quindi la destinazione di un eventuale esilio dell'ex generale, che aveva assunto il potere con un golpe incruento nel 1999.