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Oltre un milione e mezzo di euro al centro di Geotecnologie

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Oltre un milione e mezzo di euro al centro di Geotecnologie

AREZZO – Il centro di Geotecnologie (Cgt) dell’Università di Siena, con sede a San Giovanni Valdarno (Ar), ha ricevuto dalla Regione Toscana un finanziamento di un milione e 600mila euro per realizzare tre progetti di ricerca. Il centro universitario è risultato infatti vincitore di alcuni bandi regionali su fondi del Comitato interministeriale programmazione economica (Cipe) e finalizzati all’innovazione tecnologica.
Il Cgt ha proposto progetti di particolare interesse pubblico, che saranno realizzati con partner di prestigio, come l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. In particolare sarà condotta una ricerca sulla radioattività naturale presente nelle rocce del territorio toscano, verrà messa a punto una tecnologia per misurare i biogas emessi dalle discariche e verrà realizzata una cartografia geologica della Toscana, uniformando i dati già disponibili (1:10.000) e creando un’unica banca dati delle informazioni geologiche e geominerarie, utili per la prevenzione di rischi di varia natura – come ad esempio le frane – e di interesse oltre che per gli enti pubblici anche per il sistema produttivo.
“Consideriamo il finanziamento di questi progetti”, dice il presidente del centro di Geotecnologie, Luigi Carmignani, “un riconoscimento dell’eccellenza delle attività scientifiche che vengono portate avanti nella nostra struttura. Si tratta di ricerche che interessano l’ambiente, la salute e la difesa del territorio. La Regione Toscana sarà la prima in Italia”, spiega Carmignani, “ad aver consolidato uno standard di misure utili per la valutazione del contenuto di radioattività nei materiali, tra cui quelli lapidei e da costruzione, e a dotarsi di una carta tematica della radioattività naturale, consultabile online gratuitamente attraverso un servizio di webGis”.
Al progetto sulla radioattività collaboreranno vari partner, come l’Istituto nazionale di Fisica nucleare, mentre a quello sulle emissioni di biogas da discarica è prevista la partecipazione dell’Istituto Mario Negri di Milano. “Queste emissioni”, spiega il professor Carmignani, “sono costituite principalmente da metano e anidride carbonica che, dispersi nell’ambiente, hanno azione climalterante e provocano molestie olfattive anche a distanze rilevanti. In questo progetto”, prosegue il professor Luigi Carmignai, “svilupperemo una metodologia innovativa di misura di queste emissioni, utile per mirare gli interventi di controllo e per migliorare l’efficienza delle reti di captazione del biogas”. Il progetto prevede anche lo sviluppo di un indice di rischio (tossicologico, ecotossicologico e ambientale) per la valutazione dell’impatto ambientale dell’immissione di biogas, applicabile come valore limite di accettabilità.

Rivelatore Nal portatile per le misure di radioattività in situ