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Pillola del giorno dopo: le differenze tra Shoepflin e noi

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«Vogliamo chiudere, per quanto ci riguarda, la discussione scaturita dalla decisione di alcuni medici di non fornire la "pillola del giorno dopo" a due ragazze che a Pisa si erano rivolte a strutture sanitarie pubbliche. Il candidato Schoepflin è libero di avere sue proprie opinioni su tale pillola; è libero di pensare che la pillola equivalga all'interruzione di gravidanza, quando – al contrario – serve esattamente a prevenirla; è libero di non accettare le indicazioni della Federazione degli ordini dei medici chirurghi, la quale suggerisce di non ostacolarne l'uso. In buona sostanza, è libero di criticare quanti non la pensano come lui e di non condividere questo ed altri metodi anticoncezionali largamente diffusi in tutti i Paesi civili. Niente da dire.

Una cosa, però, a Schoepflin non può essere concessa: ritenere che i convincimenti di natura scientifica o religiosa suoi e di chi ha le sue stesse opinioni, debbano essere subiti da chi non la pensa come lui e diventare legge per tutti. Nei casi specifici di Pisa, a noi pare evidente che un medico ha il dovere di garantire ad una donna di accedere in tempo utile e molto breve (la pillola è un "contraccettivo d'emergenza") a questo tipo di farmaco presente nei livelli essenziali di assistenza e nel prontuario farmaceutico, ed ha il dovere di non lasciarla sola, specie se giovane, con la sua angoscia.

Più in generale anche da questa vicenda emerge un problema: c'è un confine che non è possibile varcare, si chiama laicità dello stato, in Italia era acquisita e ora vacilla, in tutta Europa è affermata e nessuno la mette in discussione, come la "pillola del giorno dopo" che da noi invece offende talune sensibilità. Evidentemente da questo tipo di sensibilità ancora non è accettata l'idea che occorre rispettare la volontà delle donne ad avere una sessualità ed una maternità libere e responsabili.»

Articlolo scritto da: La Sinistra Arcobaleno – Arezzo