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Precari, Dindalini: ‘Ad Arezzo rischiamo in seimila’

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Precari, Dindalini: ‘Ad Arezzo rischiamo in seimila’

Per il candidato alla Provincia di Arezzo servono sussidi e politiche di formazione. Con Berlusconi contratte le assunzioni stabili:
“Le anime morte dell’occupazione. Così potremo definire l’esercito dei circa 6.000 precari che nell’aretino stanno rischiando di essere espulsi dal mercato del lavoro. A molti dei nostri 32.639 lavoratori ‘atipici’, proprio a fine anno, scadrà il contratto e non a tutti sarà rinnovato. In maggioranza sono donne e giovani che quindi non avranno neppure quel poco di aiuto previsto dalla legge finanziaria per i precari che perderanno il posto a partire dal 2009. Pensando ad una ripresa che verrà è necessario non disperdere il valore professionale e il know how di questi lavoratori, assicurando adeguati sussidi pubblici di disoccupazione com’è nel resto di Europa e migliorando le politiche di formazione in ambito locale”.
Questo l’appello lanciato da Gilberto Dindalini, candidato alla presidenza della Provincia di Arezzo, a tutte le formazioni sociali ed ai partiti. “Chiudiamo il 2008 riflettendo sul dramma che stanno vivendo molte famiglie. La priorità per affrontare la crisi economica internazionale –afferma Dindalini- deve essere la coesione sociale dei territori. La flessibilità va bene, ma deve essere sempre compensata dagli ammortizzatori sociali. Non è possibile che quest’anno ad Arezzo su 45.000 nuovi contratti di lavoro il 72% sia a tempo determinato e atipico o a progetto. Un fenomeno in crescita da quando è arrivato al governo Silvio Berlusconi”.
I dati aggiornati, in possesso di Gilberto Dindalini, sono eloquenti. Le politiche e gli incentivi per la stabilizzazione attuati nel 2007 dal governo Prodi avevano incontrato il gradimento delle imprese, tolti i quali si è subito tornati alla precarietà. In provincia di Arezzo nel 2006 le assunzioni a tempo indeterminato erano state 9.904 (il 24,8%) e quelle dei precari 30.046 (pari al 75,2% del totale). Nel 2007, con l’avvio degli incentivi del centrosinistra alla trasformazione dei contratti atipici in quelli a tempo indeterminato, la percentuale dei precari era scesa di 14 punti, mentre le assunzioni fisse avevano toccato quota 17.048 (pari al 37,2%). “Quest’anno la percentuale del precariato è nuovamente cresciuta, fino al 72,5%, mentre i nuovi lavoratori a tempo indeterminato sono scesi a 12.366. Ma ciò che preoccupa –afferma Dindalini- è l’analisi di tutti i centri studi, riferita anche dalla testata on-line ‘La Voce.it’, che porterà alla perdita di circa il 20% dei contratti ‘atipici’, con la punta più elevata proprio il 31 dicembre. Non dobbiamo rassegnarci e dobbiamo pensare agli outsider del mondo del lavoro con azioni concrete, questo è il migliore augurio per l’anno nuovo”.