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Provvidenza: ‘la priorità è il futuro dei ragazzi’

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Provvidenza: ‘la priorità è il futuro dei ragazzi’

AREZZO – “L’obiettivo è uno solo: garantire un futuro ai ragazzi. Nell’attuale struttura e nell’attuale organizzazione del lavoro alla Provvidenza questo non era possibile. Da qui l’ordinanza e quindi il trasferimento dei ragazzi in altre strutture, ovviamente in accordo con gli enti interessati ed i tutori di riferimento”.
Il Comune di Arezzo ha comunque lasciato aperto uno spiraglio all’Associazione: “se presenterà una nuova domanda e se rispetterà le prescrizioni delle normative, ovviamente anche quelle più recenti, allora la Commissione sociosanitaria di zona Asl 8, potrà valutare concretamente l’ipotesi della riapertura”.
I problemi non sono soltanto di natura “materiale”: muri, bagni, infissi. Sono soprattutto di natura educativa, sanitaria ed assistenziale. “Quelli strutturali potevano essere risolti in tempi relativamente brevi – commenta l’Amministrazione. Ed il Comune è stato disponibile a fare quanto possibile per sostenere gli indispensabili adeguamenti. Ma per i problemi sanitari ed educativi dei ragazzi non era veramente possibile attendere ulteriormente”
L’ultima ispezione del 3 aprile della Commissione sociosanitaria di zona Asl 8 ha infatti evidenziato la mancanza dei Progetti Educativi Individuali, previsti dalla normativa regionale; l’assenza di uno studio adeguato del minore desumibile dalla sua cartella personale; la mancanza di adeguati accertamenti sanitari a cominciare dalle semplici vaccinazioni. Non erano poi chiare le modalità di utilizzazione del personale ed i titoli di idoneità di alcuni operatori.
“Deve essere chiaro – conclude il Comune di Arezzo – che non siamo di fronte a problemi di natura formale e burocratica. L’Amministrazione comunale ha fatto di tutto per venire incontro alla Provvidenza. Siamo invece di fronte ad una situazione non più tollerabile per ragazzi che hanno tra 10 e 17 anni e che devono essere seguiti in maniera oggettivamente diversa da quella messa in atto alla Provvidenza. Ci deve essere quindi un progetto per il loro recupero, una forte attenzione ai loro problemi sia di natura psicologica che sanitaria. Alle nostre ripetute richieste non hanno fatto seguito risposte ed atti concreti. La chiusura era quindi inevitabile e nell’interesse prioritario dei ragazzi. In questa stessa logica confermiamo la disponibilità a valutare una nuova domanda dell’Associazione La Provvidenza”.